(beh, sì... questo è Rasputin... però io lo immagino così, o quasi, tanto per non far torto a nessuno)
Una
mia amica, credente e praticante, ma sincretista, assetata di ogni
forma di spiritualità che lei compone (non dico concilia) senza
problemi con la sua fede di nascita, così come con i suoi bisogni e i
suoi slanci affettivi e carnali, assiste durante un convegno alla
(laconica) conferenza di un veggente sloveno di cui aveva vagamente
sentito parlare.
E'
un uomo alto, dai lunghi capelli corvini, con occhi profondi che, anche
se non si fissano mai su nessuno in particolare, ti scrutano, ti
rivoltano dentro e ti leggono come un libro aperto, esplorano zone della
tua anima che tu nemmeno sapevi di avere e vi trovano cose che nemmeno
credevi vi fossero sepolte o che tu vi avessi nascosto, cose che poi
scrive su un biglietto, o sussurra nelle orecchie della sua assistente
che le traduce nella tua lingua, mentre tu non riesci a toglierti dalla
testa, dalle membra che fremono, la sua figura, il suo volto da Rasputin
hollywoodiano.
Tornata
a casa, dopo qualche tempo decide di andare a consultarlo per un
problema in famiglia e, tutta sola, affronta il viaggio in Slovenia.
Non so come è andata nel dettaglio. Mi pare che il problema permanga. Lei però è tornata arricchita.
Non ho motivo di dubitarne.
Non so come è andata nel dettaglio. Mi pare che il problema permanga. Lei però è tornata arricchita.
Non ho motivo di dubitarne.
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