20/02/20

Ricordi di copertura 16 - Péder sadól. Il mondo non mi ha deluso.





- Ero semplice, credulone, senza sospetto, dice. Non mi sfiorava nemmeno l’idea che qualcuno potesse ingannarmi, mentire. Le parole non solo dicevano: erano la verità. Avevo fiducia in tutto e in tutti. E così, in fondo, sono rimasto. Il mondo non mi ha deluso.
"Ta sét an Péder sadól", gli diceva con infinito affetto sua mamma, sorridendo, e quasi compiacendosi. "Non sarai mai furbo". Ed è vero, aggiunge, malizioso a volte sì, ironico anche, furbo mai. E forse è meglio così.
Il furbo vive nel sospetto, non è mai tranquillo. Si sente sempre minacciato, assediato da tranelli, da pericoli che deve sempre rintuzzare prevenendoli, da un senso di inferiorità e di debolezza che deve in continuazione ribaltare in forza, in raggiro e sopraffazione, sempre insicuro, mai tranquillo, mai in pace. Accumula vittorie, sempre parziali, mai godute, definitive. E’ abilissimo nella tattica, nullo nella strategia.”
- Non che l’ingenuo sia un grande stratega, dico io. E’ anche lui assediato, costretto a combattere, o a arginare gli assalti.”
 - Sì, risponde. Viene trascinato sul pendio del peggio, ma il candore di fondo che permane, un po’ lo salva. Sa passare sopra. Dimenticare.
- Voglio crederlo, faccio io. Anzi, poiché di certo non mi vuoi mentire, ci credo.

*
Péder sadól (Pietro sazio, sempliciotto, boccalone, ingenuo) 

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