In Kafka il narratore non dà nessuna spiegazione degli eventi insondabili (assurdi, misteriosi, o semplicemente imprevisti, strani) che narra, e quando lo fa o mette commenti e spiegazioni in bocca ai personaggi che per quanto improbabili o inverosimili li affermano con la massima naturalezza , le cose si complicano sempre di più, il mistero si infittisce, l’incomprensibilità di ciò che accade si estende al mondo intero, che sembra accoglierla come se si trattasse di qualcosa di scontato, e il lettore si scopre (tu ti scopri) perduto, allo stesso modo di chi li sta vivendo, o subendo. Perduto e appagato. Appagato ma perduto.
Immagine di Giuliano Guatta
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