Non è raro vederlo cadere da sedie, ruzzolare da scale, inciampare nelle superfici più levigate, rovesciare bicchieri e rompere oggetti delicati in genere, picchiare testa gomiti e ginocchia contro qualsiasi cosa sporga o coinvolto in incidenti stradali di varia entità mentre segue traiettorie che solo a posteriori, e ad un esame molto accurato, rivelano una possibile razionalità tutta loro. Assume allora un’espressione più che di sgomento di meraviglia, e quasi di ebbrezza pur nel dolore che si affretta a manifestare con accenti di preferenza e di proposito grossolani, che è il suo modo di nascondersi, ovvero di sminuirsi, di deviare l’attenzione verso il marginale. Gli occhi, già di solito allegri, potenziano la loro luce e si dilatano in un’espressione gioiosa, per quanto affermare che solo allora si sente veramente felice sarebbe francamente eccessivo.
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