26/03/14

L'ignoranza è generosa. (Storiella con curve. E una retta.)




Pensavo, durante la passeggiata, che quest'anno, senza cambiare di una virgola i miei percorsi, mi piacerebbe cominciare a esplorare un altro universo. Quale, ancora non so, ma non dovrebbe essere difficile trovarne uno nuovo. L'ignoranza è generosa.

Mi guardavo attorno, come a cercare uno spunto, ma senza fretta e con scarsa convinzione, per scaldare i muscoli (sarebbe il cervello; o i sensi, non si sa mai...), quando ho visto due papere nel canale: si muovevano di traverso, abbandonate alla corrente che, dopo una curva, le spingeva verso riva. Sembravano divertite da quell'attraversamento dolce. Si godevano la diagonale. O forse erano solo indifferenti, e la passività comoda, naturale.
Di sicuro non erano allarmate, in sospetto: nemmeno verso di me, che le aspettavo più in alto, sull'argine, guardando di sbieco, lo sguardo curvato  incontro alla corrente che sulle prime non avevo percepito, con la pretesa di decifrarla. Ecco.

Sullo sfondo, tra le canne secche, ingobbite, ma appena appena, verso la strada, un vecchio palo della luce in disuso, dritto come un fuso. O come un palo della luce. Non ci sono che loro, qui che vanno su dritti dritti. Muoiono in piedi, persino loro.
(A me invece non dispiacerebbe stendermi lì, sul ciglio, tra l'erba, e aspettare. Stare un po' a vedere...)

(Poi ho fischiettato tutta la strada, da perfetto scervellato.)


(Ps. Sottofondo, stavolta, Robyn Hitchcock. Lo dico per Giacomo, nel caso passi di qui.)

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