Quando
si incoccia in qualcosa di fulgidamente bello, vien spesso da pensare: “C’è
qualcosa bello come questo?”.
A
me è appena successo nel vedere alzarsi in volo, con la luce del sole che più
che riverberarsi sul suo piumaggio ne emanava, il martin pescatore che
ultimamente sembra aspettare il mio passaggio sul ponticello dell’Ada ègia per
staccarsi dal ramo dove è appostato e gettarsi nell’acqua stagnante del canneto
sull’altro lato (grazie!).
“Cosa
c’è di più bello del martin pescatore?”, ho pensato nell’attimo stesso in cui
insieme appariva e spariva alla vista, lo sguardo ancora colmo del suo lampo
azzurro.
“Niente”,
mi sono risposto.
“Niente
e tutto”, ho però aggiunto subito dopo. Nessuna cosa è più bella di quella che,
eterna e unica sùbito, tutte le volte senza possibile smentita, con la stessa
folgorazione dell’amore a prima vista, manifesta la propria presenza e tu non
puoi far altro che accoglierla, festoso.
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