Nell’assumere le scene di
genere più risapute, le scene di genere “tipiche”, che sembrano non
simbolizzare nient’altro che se stesse in quanto “scena di genere”, senza
all’apparenza modificarle, cioè innovarle criticarle o parodiarle, Vermeer di
fatto le svuota, per farne, invece di un momento di una narrazione tutto
sommato prevedibile nel suo svolgimento e simbolismo, il punto immobile, senza
tempo, dove formicolano mille storie potenziali che però non potranno mai
prendere forma, se non quella, sempre deludente, delle debolezze, delle
presunzioni o delle minuscole ossessioni degli spettatori. Pur nella loro
teatralità (nella loro impaginazione teatrale, voluta, costruita), in queste
scene infatti compaiono non persone (come sarebbe se fossero ritratti, perché
anche se lo sono di modelli reali – perlopiù famigliari, si suppone – i tratti
personali sono smorzati, de-individualizzati, se non elisi del tutto, che
sarebbe impossibile), né personaggi (come sarebbe se fossero citazioni o
allusioni a scene di genere) o figure simboliche caricate di elementi
iconologici o allegorici consolidati (nei pochi casi in cui sembrano esserlo,
c’è sempre qualcosa che però li rende ambigui e mette come in dubbio: si vedano
le due grandi allegorie della pittura e della fede, per le quali non ci si è
ancora messi d’accordo sui molti dei dettagli più importanti), bensì apparizioni.
Cioè figure colte nel momento del loro apparire, come se non avessero né
passato alle loro spalle né futuro davanti a loro, un momento compiuto in se
stesso, nel fulgore del loro essere nel momento in cui vengono ad essere, senza
storia, che ne contiene forse infinite (o molte, non enfatizziamo inutilmente),
ma il cui istante successivo, se mai ci sarà, sarà quello della loro sparizione.
(A volte l'apparizione è doppia. Come nel quadro riprodotto sopra. Ma può essere anche un colore o un'ombra, come quella della sedia nell'altra donna che legge, quella con la giacchetta blu del Rijksmuseum. Dove addirittura ci sono, ma nelle riproduzioni non si vedono, altre ombre più leggere, azzurre, almeno una, ombra di ombra, della sedia e della giacca, o di entrambe, che ho visto, o mi è parso di vedere, ma sono sicuro di averle viste davvero, un mattino a Amsterdam.)
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