04/12/19

Tempo variabile



La mitologia ha in spregio il decorso temporale, sia lineare che ciclico. Non si riesce a mettere in fila e a far collimare niente di niente. Non c’è coerenza se non all’interno della versione della storia che viene di volta in volta narrata. E anche lì, non sempre.
Se si prendono tre storie, per esempio, con protagonisti A, B e C:
A può essere giovane, o non ancora nato, quando B è adulto e C vecchio;
B però può essere più giovane di A quando questi sposa la figlia di C e poi lo uccide (a meno che non siano coetanei e lo uccida perché è il fratello o un aspirante alla donna che sarà, o è già, sua sposa);
C è più giovane di A quando questi sposa la figlia di B e poi lo uccide.

Paride è giovane alle nozze di Peleo e Teti, quando incontra Elena, cha ha già avuto una figlia, Ermione, ora di 9 anni, da Menelao, che poco dopo muoverà guerra a Troia avendo come guerriero più forte del suo esercito Achille, che secondo il mio calendario non dovrebbe essere ancora nato ecc.
Ma quella della guerra di Troia è un’altra storia, che deriva da questa, ma ha una sua autonomia, e quindi una diversa temporalità.
Poi tutto finisce nel mito, e il tempo perde pertinenza, svanisce.
A farci caso sono solo i pignoli e i filologi, tutti miscredenti.

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