Oltre a mostrare i mille modi in cui le cose sono, dice, a cercare di rappresentarle “come e per quel che sono”, nel loro venire ad essere, contemporaneamente cerca, nello stesso gesto e movimento, di mostrare i mille e più modi della loro assenza, e più ancora, meglio, del loro venir meno, del loro assentarsi e svanire e dissolversi: del loro morire – che forse consiste, è, solo in questa sua “rappresentazione”, o “indicazione” o “evocazione” ecc. ... mentre poi, di fatto, aggiunge, tutto ciò che è morto, che uno ha ucciso – terminato, chiuso, abbandonato... – torna poi a uccidere lui.
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