C’era questa ragazzina che camminava a testa alta, schiena e
spalle dritte, lo sguardo fisso davanti a sé, le braccia tese che oscillavano
leggermente, le mani un po’ all’infuori con i palmi paralleli al terreno.
L’andatura charleston! Oggi nella sua versione più elegante: quella da
educanda, che dalla danza ha preso una sola postura e l’ha adattata al passo,
rendendola fluida e composta invece che
sincopata e sguaiata.
Una volta la si vedeva spesso, specie in certe signorine mature che volevano darsi un tono, ma anche in ragazze, la cui naturale disinvoltura faceva dimenticare quel po’ di ridicolo che comunque la citazione della postura, o la sua eco involontaria, producevano.
Ora è molto rara, quasi estinta. Peccato, era così graziosa!
Chissà da chi l’ha imparata la ragazzina? Una vecchia zia? Un film? La memoria corporea della mamma che ogni tanto recupera un vezzo della sua giovinezza? O è un dono del corredo genetico? Una remota potenzialità che ogni tanto si riattiva e tenta nuove fioriture? In ogni caso, sempre benvenuta!
Una volta la si vedeva spesso, specie in certe signorine mature che volevano darsi un tono, ma anche in ragazze, la cui naturale disinvoltura faceva dimenticare quel po’ di ridicolo che comunque la citazione della postura, o la sua eco involontaria, producevano.
Ora è molto rara, quasi estinta. Peccato, era così graziosa!
Chissà da chi l’ha imparata la ragazzina? Una vecchia zia? Un film? La memoria corporea della mamma che ogni tanto recupera un vezzo della sua giovinezza? O è un dono del corredo genetico? Una remota potenzialità che ogni tanto si riattiva e tenta nuove fioriture? In ogni caso, sempre benvenuta!
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