In tutti
i discorsi che sento in giro, anche casualmente, come stamattina durante la mia
passeggiata, c’è il sentimento, forte e esplicitamente dichiarato,
dell’imminenza della catastrofe. La certezza, anzi, ma senza che nessuno
faccia, e nemmeno dica qualcosa per opporvisi e cercare di impedirla,
trattandola piuttosto come mero argomento di discorso, un modo per intendersi
senza tema di equivoci, un argomento privilegiato su cui scambiare parole
condivise e poi salutarsi con un sorriso, e niente più. Anzi: riconoscendo i
responsabili, coloro che ci condurranno trionfanti oltre l’orlo del baratro, e
però non sottraendogli il proprio consenso e appoggio, quando non addirittura
magnificandoli per le stesse cose che vengono riconosciute come foriere sicure
della catastrofe. Come se non solo le riconoscessero il prestigio
dell’ineluttabilità, ma volessero essi stessi affrettarla, e l’unico modo per
scongiurarla fosse precipitarvisi e soccombervi.
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