“Quella
di Griaule, – scrive Emanuele Trevi in Il viaggio iniziatico (p. 23,
Laterza, 2013,) – è la figura di un “uomo moderno, di un “bianco”, ancora in
grado di accostarsi a una sorgente incorrotta, a uno strato ancestrale di
conoscenza del mondo”.
Cosa vuol dire “sorgente
incorrotta”? (Mi rifiuto di pensare che sia una formula usata così, evocativamente,
per comodo: non da uno scrittore bravo e colto come Trevi. E aggiungo che qui
non è tanto lui a interessarmi quanto l’uso che di queste espressioni ancora si
fa.) Quanta strada ha dovuto fare per essere attinta da Griaule? Quante
trasformazioni ha subito prima di arrivare a lui? O così è nata e così è sempre
rimasta, fuori dal tempo, dallo spazio, dai cambiamenti che anche la cultura
dogon ha vissuto, dai misfatti che ha dovuto subire, e magari perpetrato, e non
solo da parte degli europei, ma prima e più ancora dai vicini? Basta che non ci
sia stato un previo contatto con i “bianchi” perché ci sia la garanzia di non
aver subito influssi e modificazioni? Chi ci dice che la “corruzione” non
fosse, o non sia sempre, già alla “sorgente”, ammesso che si possa determinare
quale è? Ma scoprirla, determinarla, già non la intaccherebbe in qualche modo e
misura?
E ancora: quanto indietro
deve spingersi uno “strato” di “conoscenza del mondo” per essere “ancestrale”?
e il fatto di essere questa conoscenza ancestrale, radicata qua e là nel
passato, storico e soprattutto mitico, cosa ci dice o garantisce di peculiare e
significativo? Non sarebbe comunque qualcosa più su noi stessi che sul suo
presunto, indeterminato e indeterminabile tempo, tempo fuori dal tempo o prima
del tempo? E sarebbe importante perché ancestrale e incontaminato o per
tutt’altro? Perché ci parla? Perché ci parla da un altrove che, dal momento che
ci mettiamo in ascolto, per quanto alla fonte vogliamo e sia giusto cercare di
risalire, è ora e qui?
“Un uomo si avvia verso il
sapere come se andasse in guerra”, dice Castaneda in Gli insegnamenti di don
Juan, Rizzoli, citato proprio da Trevi (p. 31).
In guerra uno muove sempre se
ha già fatto dei passi. In genere parecchi.
***
Ps. Tra l’altro sembra che
Griaule abbia travisato varie cose, o che non gliele abbiano raccontate tutte
giuste ecc… Il che non toglie che il libro a mio parere sia bellissimo.
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