10/09/21

La prima impressione

  

C'è chi dice che bisogna dubitare sistematicamente della prima impressione perché è sempre falsa. Altri sostengono invece che bisogna affidarsi ad essa ciecamente, perché è sempre vera. E quindi? Decidetevi!

Non è una questione da poco. Senza andare a ripescare Federico Zeri che aveva questo colpo d’occhio infallibile, o quasi, sui quadri veri o falsi, o sull’attribuzione a un autore piuttosto che a un altro (c’è un libro molto interessante che parla proprio di questa abilità sua e di altre figure appartenenti ai più svariati campi… ma ora non ricordo l’autore, Malcom Gladwell credo), o mia moglie, che pure molto raramente sbaglia sulle persone, basta pensare a un critico che deve scrivere la recensione di un film a caldo o a chiunque deve prendere una decisione immediata, magari con conseguenze sgradevoli, o letali, se errate… Abbiamo mille esempi sotto gli occhi, purtroppo, a partire da noi stessi. Va be’…

Allora ho provato a pensarci un pochino per conto mio e mi sono fatto questa idea. La prima impressione, secondo me, è quasi sempre giusta (per me sempre e mai non esistono, o almeno io non penso così, non ne tengo conto e se li uso è solo per distrazione), solo che è talmente fulminea, poco consapevole, che spesso non ce ne accorgiamo, e subito vi subentra una seconda impressione, che sarebbe la prima che percepiamo davvero, e che, lei, è quasi sempre sbagliata; e infatti, se appena ci soffermiamo, ci accorgiamo di quanto sia sbagliata e cerchiamo, ragionandoci su, di raddrizzarla, e quando lo abbiamo fatto siamo contenti, orgogliosi di noi e delle nostre capacità di vedere le cose in modo oggettivo, senza accorgerci, se non di rado in un momento poco o tanto successivo, che quella seconda impressione, che il realtà sarebbe la terza, è a sua volta sbagliata, o quanto meno approssimativa, perché con una maggiore esperienza della cosa o fatto o persona in questione, non tardiamo a scoprire quanto ci eravamo sbagliati e ci precipitiamo a correggere di nuovo il tiro fino a farcene un’idea corretta, che poi, a pensarci ancora un po’, come un lampo, ci accorgiamo che è esattamente come la primissima impressione, che ora ci viene in mente (ci viene, non: ci torna) in tutta la sua evidenza, tanto che abbiamo l’assoluta certezza (la quasi assoluta certezza, per quanto mi concerne) che era giustissima, così che la primissima impressione, alla fine, si rivela sempre (cioè quasi sempre) giusta.

Come volevasi dimostrare.

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