La figura di schiena, come è facile immaginare, ha un
feeling particolare con scale e scalinate. Se ce n’è una, da qualche parte c’è
una fds, anche lasciando perdere le deposizioni dalla croce, dove peraltro sono
meno di quanto uno potrebbe aspettarsi (oppure no: essendo tutte figure note,
con tanto di nome e cognome, a parte qualche anonimo aiutante che ha un compito
di fatica; allora la fds è lui), nelle vicinanze dei gradini, o sopra, o
addirittura sotto (vedi qui sotto), lei compare.
La funzione figurativa è in genere quella più diffusa: separatori,
proiezioni dello spettatore, facilitatori del senso della profondità. Evitiamo
di ripeterci allora, e guardiamo piuttosto quello che fanno. Quasi sempre
attività faticose, umili, come il muratore di Domenico di Bartolo della prima immagine o la servetta di Van Der Weyden qui sotto:
A volte le mettono lì anche se c’entrano poco, o
c’entrano, ma potrebbero anche non esserci, come questa di Giotto, che mi piacerebbe sapere cosa porta in quella cesta (forse un'offerta per il sacerdote? qualcosa per la cerimonia? per un sacrificio?):
oppure sono i soliti violenti o condannati, come i due ladroni
qui sotto (scommetto che il cattivo è quello di spalle, il giovane con tutti i
capelli, nerissimi, come la sua anima che il demonio fra poco si prenderà: il cattivo ladrone a volte è di spalle persino nelle crocefissioni).
Ma a me piacciono di più quelli che salgono certe lunghissime scalinate
scavate nella roccia, sulla schiena di monti e colline, e vanno e vanno,
lontano, piccolissimi, con accanto solo la loro infima ombra stampata
contro la parete.
Salgo con loro, con il mio fardello sulle spalle, di
buon passo, prima che le ginocchia cedano e il fiato manchi, su, su, verso
chissà dove.
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