21/06/16

Politica palmata. 4 e 5. Fine.


(qui le puntate Precedenti: Politica palmata 1Politica palmata 2)

4. Grandi novità tra i palmati! Stanotte dev'essere successo qualcosa...

2 agosto 2013
Stamattina il nervosismo è palpabile, l’aria si taglia a fette. Il ricorso alle inossidabili immagini della tradizione è d’obbligo.
Deve essere successo qualcosa di grave stanotte, o ieri sera, mentre ero distratto o impegnato in faccende ben più urgenti per me (respirare, per esempio). Appena salito sul ponte mi è apparsa, in fondo, la distesa del fiume vuota e silenziosa. Poi ho sentito uno starnazzare isterico, uno zampettare frettoloso e colpi d’ala vicino alla riva sinistra, proprio sotto il ponte, dietro gli alberi che costeggiano la sponda. Fatti i 50 metri sul canale e la lingua di terra che lo separa dal fiume, le ho viste: erano di nuovo tutte insieme, e in più c’erano anche le tre grandi oche che di solito se ne stanno altezzose nella loro lussuosa enclave, che guai a chi tenta di aggregarsi. I cigni sono a valle, e come al solito se ne fregano. Accettano talvolta di essere attorniati da qualche fan adorante, ma solo per dovere, e per poco, perché gli vengono subito a noia. (Li capisco. Le groupies non le sopporterei nemmeno io, se ne avessi.) Anche le secessioniste si sono ricongiunte alle ex-avversarie. L’Aventino è vuoto (vedi foto). Però questo non ha fatto che accrescere l’aggressività endemica. Le voci si alzano; alcune si accapigliano; ogni tanto una si alza in volo per qualche metro, seguita da qualche amica per solidarietà o per contagio, e scappa per evitare la carica delle più facinorose. Gruppetti organizzati venuti col preciso intento di beccare duro. Picchiatrici professioniste!
L’autoesiliata invece se ne sta ancora in disparte, ma un po’ più vicino al gruppo, di cui scruta ogni mossa. Studia la reazione più appropriata, la più efficace per sé e la meglio visibile dagli altri. Chissà cosa capisce, da lì. Dice che lo sguardo da fuori è più lucido. Che è proprio la lucidità la cosa più importante in questi frangenti. Per ora non fa niente.
Ma la tregua non è durata molto. Ci avrei scommesso. (Con certa gente…!)
Al mio ritorno dalla solita zufolante passeggiata, l’assemblea, o dovrei dire l’assembramento?, si era già dissolta. Restavano solo, qua e là, piccoli gruppi separati. Sottocommissioni, riunioni di correnti, lobbies. Forse stavano facendo il punto della situazione e raccoglievano le idee per delineare una strategia comune. Facile che se ne escano a breve con dei comunicati ufficiali. Io non sarò presente, però. Devo fare la spesa.
Se sono importanti ne verrò a conoscenza comunque, presto o tardi; se non lo sono, non avrò perso tempo a ascoltarli e magari, non si può mai dire, a cercare di interpretarli, il detto e il non detto e il quasi detto e l'alluso e il mezzo taciuto, a strologarci sopra.
Anche se strologare mi piace.




5. Scoperto l'arcano! Cade il velo di Maya!

3 agosto 2013
E non è un bel vedere!
Macché assemblea! Macché secessione! Mi sbagliavo. Si è trattato solo di uno stupidissimo travisamento. Un errore di interpretazione che solo a pensarci avvampo. Una misinterpretation! Una bella mazzata per il mio preteso acume critico.
L'assembramento non è dovuto ad altro che alla vecchia signora che ogni mattina arriva con le sue belle sporte piene di pane secco, che dissemina dal ponte solo dopo aver chiamato a raccolta tutte le anatre, nominate ad una ad una, lasciando il tempo che arrivino anche le più lontane e lente onde evitare favoritismi. Ma presto, prima che si aggreghino oche e cigni! Che poi arrivano lo stesso veloci come fulmini, a reclamare il dovuto, o quello che la loro arroganza reputa tale.
Mi era proprio uscita di mente! Mi sono ricordato di lei solo stamattina, quando me la sono vista da lontano che sbucava dal tornello della passerella e, inforcata la bici appoggiata al guardrail, se ne andava soddisfatta del dovere adempiuto (vedi foto). D'estate non ce ne sarebbe poi così bisogno, ma ormai le ha viziate. Tremo al pensiero di quando non potrà più venire. Anche se forse qualcuno prenderà il testimone. Sporadici discepoli già ci sono. Ma incostanti... velleitari. Probabilmente le sue protette la vedono come una divinità, un essere numinoso evocato dalle loro preghiere, la conferma di una qualche loro teologia provvidenziale. La dimostrazione del progresso, per la corrente laica. La dimostrazione dell'inesauribilità delle risorse. Finite quelle, c'è sempre la manna. Non me ne stupirei. Se no di che cavolo parlano in continuazione? Solo degli ultimi, e penultimi, e terzultimi, pettegolezzi? Beh, può essere. Tutto è possibile. Più qualcosa è facile, più lo è.
La truppa dei palmati al completo si raggruppava, gridava e si azzuffava solo per arraffare il boccone migliore, o, i più deboli, per tenersi almeno quello caduto a distanza di becco. Restava unita finché c'era sufficiente cibo da spartire per tutti; poi cominciavano i battibecchi per piccole questioni di giurisdizione; qualche prepotente faceva la voce grossa, ma senza poi aggredire più di tanto le poverette che si mettevano subito a distanza di sicurezza, magari lamentandosi del sopruso (qualche lacrimuccia... e: te la faccio pagare, prima o poi... ti faccio vedere io!), e infine tutti si sparpagliavano con i propri sodali o parenti stretti, nel loro distretto di appartenenza o all'ombra, chi soffre il caldo. La diaspora. La dispersione. L'irrilevanza.
Che fine ingloriosa per un'epopea che si andava delineando terribile e costellata di eventi e figure indimenticabili!
E che smacco per l'armamentario ermeneutico!
Urge una radicale riforma del giudizio. Subito!

Eppure...
Eppure può benissimo essere che la spartizione del cibo sia solo un paravento per manovre più oscure. Che sia la scusa per regolare conti in sospeso senza darlo a vedere. Omero insegna.
Non è possibile che tutto si riduca a una tale banalità! A una trivialità così insulsa. Così volgare!
Il circolo ermeneutico funzionava che era una meraviglia! Un edificio solido, senza una crepa, un meccanismo di precisione con gli ingranaggi perfettamente oliati. Un cerchio magico! Il disegno accuratissimo di un incanto reale... Così convincente poi!
Io non mi rassegno. Nonnonnò. Non la lascio cadere.

Facciamo così allora: continuo sul doppio binario. Così salvo la verità (la sua apparente evidenza), e il resto. La realtà e il piacere. O il godimento. Non ho mai capito bene la distinzione. Mi stanno bene entrambi peraltro. Me ne farei bastare anche uno solo, si degnasse di visitarmi.
(E non mi importa quanto caduchi possano essere: prima, in ogni caso, saranno stati in alto.)


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