(qui le puntate Precedenti: Politica palmata 1 e Politica palmata 2)
4. Grandi novità tra i palmati! Stanotte dev'essere successo
qualcosa...
2 agosto 2013
Stamattina il nervosismo è palpabile,
l’aria si taglia a fette. Il ricorso alle inossidabili immagini della
tradizione è d’obbligo.
Deve essere successo qualcosa di
grave stanotte, o ieri sera, mentre ero distratto o impegnato in faccende ben
più urgenti per me (respirare, per esempio). Appena salito sul ponte mi è
apparsa, in fondo, la distesa del fiume vuota e silenziosa. Poi ho sentito uno
starnazzare isterico, uno zampettare frettoloso e colpi d’ala vicino alla riva
sinistra, proprio sotto il ponte, dietro gli alberi che costeggiano la sponda.
Fatti i 50 metri sul canale e la lingua di terra che lo separa dal fiume, le ho
viste: erano di nuovo tutte insieme, e in più c’erano anche le tre grandi oche
che di solito se ne stanno altezzose nella loro lussuosa enclave, che guai a
chi tenta di aggregarsi. I cigni sono a valle, e come al solito se ne fregano.
Accettano talvolta di essere attorniati da qualche fan adorante, ma solo per
dovere, e per poco, perché gli vengono subito a noia. (Li capisco. Le groupies
non le sopporterei nemmeno io, se ne avessi.) Anche le secessioniste si sono
ricongiunte alle ex-avversarie. L’Aventino è vuoto (vedi foto). Però questo non
ha fatto che accrescere l’aggressività endemica. Le voci si alzano; alcune si
accapigliano; ogni tanto una si alza in volo per qualche metro, seguita da
qualche amica per solidarietà o per contagio, e scappa per evitare la carica
delle più facinorose. Gruppetti organizzati venuti col preciso intento di
beccare duro. Picchiatrici professioniste!
L’autoesiliata invece se ne sta
ancora in disparte, ma un po’ più vicino al gruppo, di cui scruta ogni mossa.
Studia la reazione più appropriata, la più efficace per sé e la meglio visibile
dagli altri. Chissà cosa capisce, da lì. Dice che lo sguardo da fuori è più
lucido. Che è proprio la lucidità la cosa più importante in questi frangenti.
Per ora non fa niente.
…
Ma la tregua non è durata molto. Ci
avrei scommesso. (Con certa gente…!)
Al mio ritorno dalla solita zufolante
passeggiata, l’assemblea, o dovrei dire l’assembramento?, si era già dissolta.
Restavano solo, qua e là, piccoli gruppi separati. Sottocommissioni, riunioni
di correnti, lobbies. Forse stavano facendo il punto della situazione e
raccoglievano le idee per delineare una strategia comune. Facile che se ne
escano a breve con dei comunicati ufficiali. Io non sarò presente, però. Devo
fare la spesa.
Se sono importanti ne verrò a
conoscenza comunque, presto o tardi; se non lo sono, non avrò perso tempo a
ascoltarli e magari, non si può mai dire, a cercare di interpretarli, il detto
e il non detto e il quasi detto e l'alluso e il mezzo taciuto, a strologarci
sopra.
Anche se strologare mi piace.
5. Scoperto l'arcano! Cade il velo di Maya!
3 agosto 2013
E non è un bel vedere!
Macché assemblea! Macché secessione! Mi sbagliavo. Si è
trattato solo di uno stupidissimo travisamento. Un errore di interpretazione
che solo a pensarci avvampo. Una misinterpretation! Una bella mazzata
per il mio preteso acume critico.
L'assembramento non è dovuto ad altro che alla vecchia
signora che ogni mattina arriva con le sue belle sporte piene di pane secco,
che dissemina dal ponte solo dopo aver chiamato a raccolta tutte le anatre,
nominate ad una ad una, lasciando il tempo che arrivino anche le più lontane e
lente onde evitare favoritismi. Ma presto, prima che si aggreghino oche e
cigni! Che poi arrivano lo stesso veloci come fulmini, a reclamare il dovuto, o
quello che la loro arroganza reputa tale.
Mi era proprio uscita di mente! Mi sono ricordato di lei
solo stamattina, quando me la sono vista da lontano che sbucava dal tornello
della passerella e, inforcata la bici appoggiata al guardrail, se ne andava
soddisfatta del dovere adempiuto (vedi foto). D'estate non ce ne sarebbe poi
così bisogno, ma ormai le ha viziate. Tremo al pensiero di quando non potrà più
venire. Anche se forse qualcuno prenderà il testimone. Sporadici discepoli già
ci sono. Ma incostanti... velleitari. Probabilmente le sue protette la vedono
come una divinità, un essere numinoso evocato dalle loro preghiere, la conferma
di una qualche loro teologia provvidenziale. La dimostrazione del progresso,
per la corrente laica. La dimostrazione dell'inesauribilità delle risorse.
Finite quelle, c'è sempre la manna. Non me ne stupirei. Se no di che cavolo
parlano in continuazione? Solo degli ultimi, e penultimi, e terzultimi,
pettegolezzi? Beh, può essere. Tutto è possibile. Più qualcosa è facile, più lo
è.
La truppa dei palmati al completo si raggruppava, gridava
e si azzuffava solo per arraffare il boccone migliore, o, i più deboli, per
tenersi almeno quello caduto a distanza di becco. Restava unita finché c'era
sufficiente cibo da spartire per tutti; poi cominciavano i battibecchi per
piccole questioni di giurisdizione; qualche prepotente faceva la voce grossa,
ma senza poi aggredire più di tanto le poverette che si mettevano subito a
distanza di sicurezza, magari lamentandosi del sopruso (qualche lacrimuccia...
e: te la faccio pagare, prima o poi... ti faccio vedere io!), e infine tutti si
sparpagliavano con i propri sodali o parenti stretti, nel loro distretto di
appartenenza o all'ombra, chi soffre il caldo. La diaspora. La dispersione.
L'irrilevanza.
Che fine ingloriosa per un'epopea che si andava
delineando terribile e costellata di eventi e figure indimenticabili!
E che smacco per l'armamentario ermeneutico!
Urge una radicale riforma del giudizio. Subito!
Eppure...
Eppure può benissimo essere che la spartizione del cibo
sia solo un paravento per manovre più oscure. Che sia la scusa per regolare
conti in sospeso senza darlo a vedere. Omero insegna.
Non è possibile che tutto si riduca a una tale banalità!
A una trivialità così insulsa. Così volgare!
Il circolo ermeneutico funzionava che era una meraviglia!
Un edificio solido, senza una crepa, un meccanismo di precisione con gli
ingranaggi perfettamente oliati. Un cerchio magico! Il disegno accuratissimo di
un incanto reale... Così convincente poi!
Io non mi rassegno. Nonnonnò. Non la lascio cadere.
Facciamo così allora: continuo sul doppio binario. Così
salvo la verità (la sua apparente evidenza), e il resto. La realtà e il
piacere. O il godimento. Non ho mai capito bene la distinzione. Mi stanno bene
entrambi peraltro. Me ne farei bastare anche uno solo, si degnasse di
visitarmi.
(E non mi importa quanto caduchi possano essere: prima,
in ogni caso, saranno stati in alto.)
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