Procedendo,
la strada si profila più netta, come uscisse da una membrana che sempre si
ritrae, il cui fondo però è certo. Sugli argini delle rogge e nelle macchie tra
i campi deserti, degli alberi si piegano in direzioni irregolari, fino quasi a
soffocarsi; altri scartano invece verso l'asfalto a delimitare la visuale già
scarsa per le molte curve e i dislivelli del terreno. Un tratto coltivato a
patate confina con una piantagione di granturco sperimentale, verde ma già abbastanza
alto, e una di frumento maturato tardi e non ancora mietuto. Altri campi sono a
maggese e in altri ancora di nuovo il granturco esibisce, in differenti
varietà, le differenti fasi della crescita. Una donna dai capelli ricci e con
grossi occhiali da sole guida una berlinetta rossa senza prestare attenzione
alle difficoltà che in modo certo svagato la strada propone, eppure le evita
con apparente sicurezza. Un uomo magro, di media statura, con camicia e
pantaloni azzurro militare, cammina in direzione opposta strappando ogni tanto
le foglioline dai rami delle robinie, che poi lascia cadere ad una ad una. Le
conta, controlla se il numero è pari o dispari e regolare. Quando la berlinetta
rossa esce dalla curva più vicina, sta
sfogliando con il piede una rivista dalle pagine irrigidite dal calore e
stropicciate che qualcuno ha gettato tra gli arbusti dell'argine. Forse per un
cambio troppo ritardato, l'auto sembra rallentare fino quasi a fermarsi, ma
dopo un attimo riaccelera con un colpo secco, simile a uno sparo, che riporta
il motore all'esatto regime scaricando un'esigua nuvola di fumo. L'uomo, che
subito al primo rumore della macchina in arrivo aveva alzato la testa, segue
sorpreso la manovra e, per pochi istanti, l'auto e la donna che si allontanano,
quindi torna a sfogliare la rivista, mentre il fumo si perde a terra
schiacciato dall'aria invisibile.
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