e pensavo, leggendo sulla "bella morte", la
"morte eroica", tanto esaltata, certo a ragione, fin dai tempi
antichi, e riproposta di recente in salse meno nobili, più ridicole, ma
tragiche e ridicole insieme, se si assommano vari punti di vista, non tutti disprezzabili
(ma alcuni sì), che sì, è vero, la morte dell'eroe disegna a ritroso come un
destino rispetto alla sua vita, quale essa sia stata, non sempre ammirevole, come ogni morte in fin dei conti il sigillo di un destino, sempre a
posteriori, lo mette alla vita di chiunque, anche di quegli anti eroi ignoti che muoiono per gli altri, con i resti dispersi, mai sepolti,
senza celebrazioni né private né pubbliche, senza onori, senza niente se non il
buio per sempre dell'oblio senza nome, del vuoto... e mi è venuto in mente che
per me, già eroica è ogni nascita, tutte le sacrosante nascite che arrivano
sulla terra, a volte senza seguito, e più spesso con un seguito che non tocca
nessuno, che è lo stesso che ci sia o no, e ciononostante, per ciascuno che
continua a vivere, prima di cadere nel senza onore della banalità e delle
meschinità e delle piccolezze e delle codardie e dei rancori, e forse persino
in esse, quella scintilla si conserva ancora e la luce della gloria, visibile o
invisibile che sia, magari affievolita, trattenuta sul limite dello spegnimento
senza oltrepassarlo, attorno gli brilla sempre, senza spegnersi mai.
e pensavo
anche che se dal punto di vista civico una bella morte, cioè una morte “utile”
alla comunità, cambia il senso della vita che l’ha preceduta, non è vero che
questa lo cambi rispetto, per esempio, a chi ha subito ingiustizie o violenza o
oppressione o abusi di qualsiasi natura: il male resta il male, niente lo
redime, nessun finale roseo lo cancella o lo cambia di segno; oppure, se si
cambia prospettiva, la morte è quello che è, la vita è quella che è, ogni cosa
è quella che è, il male non esiste, se qualcuno soffre per qualsiasi motivo, è
solo una sensazione personale, un evento o una serie di eventi, grandi e
piccoli che toccano solo lui e quelli come lui, come altri eventi toccano un
altro o altri come lui, quando cominciano cominciano, quando finiscono
finiscono, poi ne arrivano altri, che sono loro pure come sono, e loro pure
prima o poi se ne vanno, spariscono, lasciano qualche traccia in qualcuno o in
molti, poi, più presto che tardi, più niente e così via.
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