La
meravigliosa essenzialità della lingua di coloro che vivono con i cani, e gli
animali in genere! Non dico ‘padroni’ perché chiunque può accorgersi che in
poco tempo si sviluppa una felice dipendenza che capovolge i ruoli, o li pone
su un piano di tale adeguamento reciproco da rappresentare una delle
manifestazioni più auspicabili della parità nella più radicale differenza. O
presunta tale.
Tutti i
discorsi superflui vengono meno, il vocabolario si riduce, torna alle origini,
a dire la vita nei suoi fondamenti, pochissime parole, qualche sostantivo e
aggettivo elementare e alcuni verbi perlopiù all’imperativo (o all’ottativo, se
ci fosse in italiano: ma nel canino c’è), solo per esprimere le relazioni
essenziali: invito, ordine, saluto, affetto, rimprovero, richiamo… più un’altra
decina per gli esemplari più evoluti, o presunti tali, per i più raffinati, che
magari hanno passato le forche caudine della scolarizzazione, per esprimere
sfumature, azioni non del tutto naturali (Salta! Porgi la zampa!, fino al tristissimo
Balla!), e un’altra dozzina quando, rivolgendosi all’animale, in realtà gli esemplari umani parlano
a se stessi, abbozzano per il loro tramite l’unico discorso che sono in grado
di fare a se stessi, la riflessione interiore che per il resto ignorano, che
solo l’animale favorisce e innesca. Allora riescono a esprimersi, a confessare,
a dire il mondo, sicuri di essere capiti, perdonati al di là del perdono. Cioè
amati. Poche parole per riuscire talvolta ad amarsi attraverso il loro amore.
Loro, i
cani, fingono di capire (o viceversa fingono di ignorare); ogni tanto danno il
contentino, ma perlopiù guardano con affetto e indulgenza quegli esseri che
solo con loro stanno davvero bene, e si limitano pertanto a essere se stessi,
esattamente quello che sono e niente più, e a farsi fin dove è possibile i loro
comodi. Dei quali fa parte anche per l’affetto. Sembra che anche loro ne siano
appagati.
È
l’incontro, come dicono i cinici dell’amore, di due solipsismi. Perfetto,
rarissimo. E quindi davvero amore, perché qualunque cosa sia perfetta,
dell’amore è una forma.
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