Avevo un impegno alle 10,30, così sono entrato alla Feltrinelli
per leggere un'oretta. Seduto in una poltroncina tra gli scaffali più defilati,
c'era un ragazzo con grandi cuffie sulle orecchie che leggeva un librone
immagino fantasy o simile. Al ritorno, dopo mezzogiorno, passando accanto alla
vetrina l'ho visto ancora lì. Mi si è allargato il cuore. Sono sentimentale e
non me ne dispiace. Quando avevo la sua età non c'erano librerie così, e poi io
abitavo in provincia e dovevo accontentarmi di leggere in classe con i
professori che continuavano a richiamarmi, inutilmente peraltro. Chissà quanto
avrei bigiato. E invece andavo in classe tutte le sante mattine, prendevo il
romanzo di turno, o i classici greci e latini, e leggevo fino all'una, salvo
compiti e interrogazioni. Andavo a scuola volentieri, anche se non pensavo a me
in termini sentimentali. Il cuore si allargava leggendo. Ma è bello anche
adesso, quando vedo un ragazzo come me che passa la mattina in libreria. E poi
oggi c'è un sole primaverile. Tira un bel venticello e mi illudo, nonostante
sia a Milano, che l'aria sia pura.
(Questo lo dedico a Ise De Leonardis, che mi dice che
sono triste e parlo solo di vecchiaia. Vedi che ci sono anche i giovani qui?
Anche se tra un po' mi vedo con un vecchiaccio che conosci... Abbraccio!)
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