28 giugno
C’è, seduto davanti a me, l'anello mancante di non
so che catena evolutiva.
Allora guardo meglio: c'è uno specchio.
9 ottobre
C'è questo splendido paragrafo a p. 38 di La condition critique di Blanchot... No, è troppo lungo, non lo copio.
s.d.
C’è, davanti al semaforo, un cieco sui trent’anni, robusto, che aspetta. E' immobile. Solo la testa ondeggia da destra a sinistra con un movimento rotatorio appena accennato, lentamente, in una negazione sconsolata, ben ponderata, definitiva, inappellabile.
s.d.
C’era quest’uomo, anziano ma non troppo, che ha sfiorato con un bacio la guancia della ragazza e l’ha salutata con affetto carezzandole delicatamente i capelli. Poi si è voltato e è entrato nel negozio. La ragazza ha risposto con gesto sincero e si è diretta verso la macchina passandosi la mano su entrambe le guance.
s.d.
C’era, sulle strisce pedonali, un cane che attraversava la strada da sinistra a destra con passo indolente, da flâneur, mentre un piccione lo imitava in direzione opposta, becchettando non so cosa, forse le strisce pedonali stesse. I piccioni becchettano qualsiasi cosa, sono animali stupidi e ingordi. Non a caso sono i simboli dell’amore. Il cane invece sembrava avere una direzione precisa: in realtà stava solo attraversando la strada. Poi si vedrà.
s.d.
C’è questa coppia che si sta parlando sul marciapiede, davanti alle strisce pedonali. Lui si volta per attraversare, quando lei gli tocca la giacca all’altezza del gomito. Allora lui si ferma e tornano a parlare cordialmente per un altro po’. Infine si salutano. Ma prima lei gli si accosta per baciarsi le guance: quando lui sfiora la sua, lei storce la bocca in direzione opposta.
s.d.
C’era questa ragazza con un viso anonimo, di quelli che non si ricordano, senza difetti o qualità rilevanti, dotato della sola, pura bellezza dell’insignificanza. Stupendo.
s.d.
C’è molta gente nella metro, ma davanti a me, inaspettatamente, vedo uno spazio (e mezzo) vuoto. Nei sedili di lato sono accomodate due signore obese. Due ciccione. Una, legge. Faccio per avvicinarmi, ma nel muovermi scorgo sulla destra altri due posti vuoti. Senza soluzione di continuità eseguo una piccola svolta e mi siedo lì.
s.d.
C’è un mio vicino che ha un orto magnifico. Grande, vario. La terra è uno splendore! E' un vero piacere vedere come lo accudisce. Ora, percorrendo lentamente un bordo, ha tracciato con una lunga pertica dei solchi perfettamente rettilinei, e poi, a mano, ha cominciato a seminare, depositando i semi con quella che mi sembra una grande tenerezza. Fumo sul balcone e lo guardo ammirato e un po' invidioso.
22 aprile
Ci
sono 13 anatrini con la giovane mamma. Più in fondo altri 11 con la loro. Ieri
non c'erano. Nati nelle ultime ore. Una meraviglia!
C'ho il cuore così allargato che le propaggini arrivano in Brianza.
1 giugno
C’è
questa moglie (la mia) che, quando si sveglia, le piace molto ascoltare il
concerto ornitologico, da poco arricchito dal concorso dei grilli.
A me piace sentire lei che li imita.
(Non sa fischiare.)
22 luglio
C’era questo mio amico che aveva la bocca piccola, ma prima non si notava perché rideva sempre.
6 novembre
C’era quest’uomo che si è voltato di colpo e ha cominciato a scattare foto a raffica verso il prato, come volesse coglierlo alla sprovvista
13 novembre
C’erano
solo 4 gatti alla mostra su Costantino (sì quello in trono: l'imperatore). E ci
sono cose splendide, che vengono da posti che giammai uno ci va...
A quella di Picasso (che peraltro sono contento di aver
visto, anche se dapprima pensavo di svicolarla) scolaresche di ogni genere e
specie e età: ma tutti belli; e frotte di pensionati dall'aria smarrita, ma
anche allegra, e attenta, e infine sfinita, ma insomma, ancora viva, per quanto
ogni tanto c'era un sentore di pellegrinaggio, di atto dovuto, recupero tardivo
di una giovinezza mancata. Almeno non si manca la vecchiaia! Io ero uno di
loro.
27 dicembre ‘12
C'è questo mio amico che, dice, galleggia in apnea, a faccia in giù, su un mare di tristezza. Quando alza la testa, ogni tanto, per respirare, sembra che sorrida.
4 gennaio ‘13
C'è
della gente che dice che la faccio ridere
(magari è un complimento)
(suona strano però)
25 marzo
C’è questo novantenne, alto ma che fatica a tenersi eretto, piegato a 30 gradi anche quando con grande sforzo tenta di raddrizzarsi, il volto segnato da rughe e affossamenti, la pelle tesa sugli zigomi, maculata, che tiene salda in mano una macchinetta, apre lo zoom, lo regola per mettere a fuoco un dettaglio del sontuoso altare, e poi della tavola al suo centro e dell’affresco che lo sovrasta, da guardare, e studiare magari, più tardi, con calma, a casa, chissà dove, chissà quando.
4 aprile
C’era questa giovane donna, con un cappottino di lana grezza color ocra, jeans stretti e stivali, elegante e discreta anche nella postura, il viso fine, i capelli chiari raccolti in un’acconciatura molto curata, con una specie di treccina che le correva ai lati per allacciarsi sulla nuca, ferma sul marciapiede che osservava tranquilla suo figlio, di tre anni o anche meno, che la precedeva su un monopattino. Poi si è mossa e i tacchi squadrati si sono subito inclinati verso l’interno mentre i calcagni scivolavano in senso opposto, come se gli stivali fossero di qualche misura troppo grandi, per ritornare un attimo in piano, prima del passo successivo. Con gli occhi fissi sugli stivali ho temuto che i tacchi si spezzassero e lei cascasse a terra da un momento all’altro. Invece ha raggiunto la curva e è sparita senza perdere nulla della sua grazia.
12 aprile
C'era questa ragazza indiana con la pelle
scurissima, ma non nera: brunita piuttosto, come metallizzata, che la luce
velava di una sottilissima patina dorata, compatta e serica, senza la minima
imperfezione.
(Non ho notato se era bella o meno. Non importa)
15 aprile
C'è questo mio amico che il sonno lo stanca, e allora continua a svegliarsi.
14 ott
C'è il sole. Buona giornata.
Ora vado a contare gli animali.
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