15/02/23

Due dal treno e due sul treno



Due

E quella gente che nella terra di nessuno tra i binari e la recinzione, proprio a ridosso della massicciata, ha ritagliato piccoli rettangoli per fare l'orto. Ne ho visti un po', alla periferia di Milano, isolati o che formano una lunga striscia continua, con pochissimi divisori, tutti abusivi presumo; in uno, due giovani con la maglietta bianca, che sembravano stranieri, balcanici, erano affaccendati attorno a un riquadro: tranquilli, scambiandosi una parola ogni tanto, zappavano e ripulivano il terreno da erbacce e sassi con gesti misurati, delicati (ho pensato), in questo pomeriggio di domenica di fine primavera.

 


... e una

La ragazza, molto più vicina ai trenta che ai venti, anche se sospetto che lei voglia far credere il contrario, è abbigliata da dark, con catenine e braccialetti con teschi, un fiore nero di stoffa sul gilet nero, al collo un foulard a motivi neri e grigi, grossi occhiali scuri, brillantino al naso, piccolo piccolo, ma senza altri piercing e con i capelli in disordine organizzato e pulitissimo, e legge si direbbe con passione un libro di cui, nello spiraglio tra gli schienali, vedo solo la quarta di copertina, dove a poco a poco, grazie ai caratteri piuttosto grandi, riesco a decifrare: "Che cos'è la felicità?". Risposta (a capo, a caratteri appena minori): "Una casa, con dentro le persone che ami". Il libro, scopro dopo lungo sbirciare, si intitola: Amore, zucchero e cannella. Tutta roba che fa male.

Dopo qualche stazione, però, interrompe la lettura per parlare con il dirimpettaio, salito già da un bel pezzo, e mostra un bel sorriso, con gli occhi che brillano dietro le lenti scure. Non so se li vedo davvero o li immagino. Ma non fatico a immaginarli.

(Quando ha tolto gli occhiali, però, non erano così. Assomigliavano al libro.)

 

...e due

L'uomo ha esplorato per tutti i quaranta minuti del viaggio il depliant di un supermercato, che in prossimità della destinazione ha ripiegato con cura e riposto nel borsello. Mi chiedo che storie leggesse in tutte le immagini dei prodotti (frutta e verdura in offerta, tagli di carne, surgelati, tovaglioli, lampadine, arredo da giardino in vari colori, lampadine, calzini corti e lunghi, bermuda, smartphone, televisori, piccoli e grandi elettrodomestici: tutto in 8 pagine) e nei loro prezzi. Che poemi, e di che tipo: epici, allegorici, avventurosi, o racconti, memorie, miti, rivendicazioni, nostalgie e utopie. In attesa della stazione, ha raddrizzato le spalle, si è appoggiato allo schienale e ha intrecciato le mani sulle cosce, come per pregare. Se ne sta rigido, a busto eretto, guardando fisso in avanti, almeno come direzione della testa, perché gli occhiali da sole nascondono lo sguardo, anche se non riescono a impedire che l'espressione complessiva del volto sembri stolida, ottusa. Forse è proprio l'assenza di sguardo a dargli quell'aria.

(O forse sta guardando me e pensa: per tutti i quaranta minuti del viaggio l'uomo ha letto un dattiloscritto, sottolineandolo e prendendo appunti, come ora, e solo ogni tanto guardando nella mia direzione, come a scrutare cosa facevo: ragion per cui ho continuato a sfogliare questo insulso volantino e poi l'ho ripiegato e messo nel borsello, per vedere come reagiva quel suo sguardo curioso ma non molto intelligente che continuo a scrutare ora, con espressione impassibile, da dietro questi occhiali da sole che altrimenti mi sarei già tolto da tempo, tanto più che siamo entrati nel sottosuolo.)

 

 

 

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