a Anna Stefi, a cui per prima l'ho raccontato
Sto
mangiando qualcosa, da solo, in uno di quei negozi ibridi e sfiziosi, ma solo per
i poveracci del mio ceto e portafoglio, che sono insieme panetteria, bar-pasticceria
e rosticceria, popolato da tavolini e sedie design, più ammonticchiati che
contigui, con appendici in gazebo e tende, fuori. Il gazebo d'inverno è chiuso
e riscaldato, ma ci piove dentro lo stesso. E' il paradiso dell'impiegato, a
sua immagine e somiglianza, appena un po' ritoccata. La pausa, la scusa, la riserva, la risorsa
dell'uomo di fretta. Del lavoratore. Il sale della terra!
Accanto
a me, gomito a gomito, bocche a orecchie a essere precisi, una coppia sui 25-30'anni.
Una coppia di amico-amica, non di fidanzati. Colleghi di lavoro in pausa
pranzo? Non so. Qualcosa di potenzialmente più che amici? Forse, ma in una sola
direzione. Sperata o appena imboccata, al momento. O così mi pare. Einbahnstrasse.
(Ma di questo, dopo.)
Lui
racconta, cioè: parla (racconta è una parola grossa, importante: la tengo per
le occasioni della festa, come l'abito buono dei contadini di una volta... quello dei tre di August Sander, per esempio,
che chissà dove vanno in quella strada polverosa e deserta, anche se sembrano
allegri, e spavaldi... morti, ora). Sicché... lui parla, con qualche finta
reticenza, allusioni che vorrebbero dire molto, ma senza esagerare, perché non
è un bullo, non le dice queste cose per vantarsi, anche se forse sì, ma senza
darlo a vedere, perché un po' dovrebbe anche vergognarsi, e un po' si vergogna
sì... (questo lo leggo io... ma se lo capisco io che non sono un'aquila, lei,
che è più interessata, e parecchio!, o almeno così dà a vedere, capisce molto
di più... chissà che...) comunque sia... ci sarebbe questa tizia, che si
incontravano qua e là, ogni tanto... e lei qualche volta lo chiama per uscire,
bere qualcosa, sai com'è... e lui resta sul vago, non si decide... è una di
quelle che poi non te le scrolli più di dosso, gli sembra... e allora
tergiversa, ma poi prende a tempestarlo di messaggi, finché lui non si arrende,
che almeno la smette, e escono insieme... e va beh, sai... si baciano, e
insomma.. (a buon intenditor... cioè lei, che infatti annuisce... perché io...
io penso: insomma cosa? com'è che vanno le cose adesso? finiscono a letto come
nei film? è normale? cioè, una specie di regola? un dovere? un imperativo
categorico? che sennò uno, o una, ci resta male... che ha mancato
l'occasione... sprecato la serata... ma male di fronte a sé o all'altro? che ho
sentito anche che, beh, si fa anche per non deludere le aspettative... tanto a
me che mi costa..? boh!)
Poi
però, subito il giorno dopo, lui aspetta che lei chiami e lei invece non si fa
più sentire. Di conseguenza telefona lui... così, per un contatto, un commento,
una valutazione a freddo, implicita o esplicita... o per semplice carineria,
come si dice ora... i complimenti e le nostalgie di prammatica del giorno
dopo... la saudade... ma lei non risponde. Strano! la linea è libera, prende...
possibile che sia uscita senza cellulare? riprova la sera... ma lei non
risponde, lo stesso... ma ti pare...? e non risponde nemmeno ai messaggi di cui
ora è lui a tempestarla. A nessuno! Non sa se si spiega... Per me è
chiarissimo: se uno non risponde, vuol dire che non risponde. Cioè, se sento
uno dire, di qualcun altro, che, chiamato, o in qualsiasi modo direttamente
interpellato, non risponde, io, e non mi sembra che bisogni essere un genio,
io, dicevo capisco questo: che quell'altro non risponde. Dov'è il problema? Lui
però insiste, non vuole lasciarla cadere (parole sue). Non si fa così! Allora
scrive ancora, figuriamoci se desiste, adesso... chiama ogni mezz'ora... scrive
un sms via l'altro... anche cosucce pesanti, mi par di capire... offese, allusioni
ma anche rivelazioni sulla sua vera essenza, la sua natura intima a lei stessa ignota...
parole velenose, di un'ironia, ai suoi occhi, corrosiva... assassina (anche per
uno che ascoltasse casualmente, senza volerlo...). Come se niente fosse, la
troia! (sempre parole sue...) Quella non manda un segno... un trillo, un
qualche cenno... come se non esistesse né fosse mai esistita... muta...
sparita! Dissolta. Come un sogno... un incubo! Io avrei fatto lo stesso, almeno
dopo un po'. Però prima avrei risposto, gli avrei detto di smetterla... di
smetterla per favore. Sono educato io... sensibile... ma a quanto pare non sono
tutti come me. Il mondo è duro.
La
ragazza lo lascia parlare e interviene solo ogni tanto con qualche espressione
di maniera, di partecipazione, perlopiù, ma un po' perplessa, a volte... una
sfumatura individuale... un suo punto di vista personale, ma appena accennato,
con delicatezza... che si vede che non è proprio d'accordo, ma non vuole
ferirlo... che già le sembra (o a me sembra che a lei sembri) un po' teso... da
non contrariare troppo... che questo è uno che è meglio lavorarselo pian piano,
come se niente fosse, come se si facesse... ma sempre mostrando di
assecondarlo... saggiare varie strategie come di sfuggita, prima di puntare su
una e insistere con quella... e allora accenna al mistero della psiche
femminile... cito alla lettera, perché io non mi permetterei mai... il terreno
è minato e io di misteri non so nulla e me ne sto volentieri alla larga... lei
accenna solo... forse è un argomento che può risultare utile... ma può essere
che anche lei non ne sappia poi molto... pur essendo donna... abbastanza carina
oltretutto, a essere benevoli, come io sono sempre peraltro... ho una riserva
di benevolenza che basta per tre o quattro generazioni, io... lasciamo stare...
la psiche femminile... effettivamente psiche è una parola femminile... ma la
cosa, ammesso che ci sia una cosa come la psiche, quella, mi chiedo, è
sessuata? ce n'è una per sesso? o una per sfumatura di sesso, dato che ora
siamo un po' dubbiosi sul loro numero reale? ...certo che di solito quel
comportamento è più tipico del maschio... (mentre io, tra me, penso che è un
argomento un po' arretrato, tipico di mentalità antiche, e reazionario...
eccome! ...con tutto che il maschio è stronzo per definizione, escluso il
sottoscritto e pochissimi esemplari virtuosi... o stupidi o imbranati, come
qualcuno preferisce pensare... non certamente io... io sto con la virtù) ...che
sono loro a non farsi sentire una volta avuto quel che cercavano... insiste con
l'argomentazione obsoleta... e quindi lo consiglia di lasciar perdere, che non
è il caso di incaponirsi. In fondo è stato lui a farsi desiderare, prima... e
mica poco, a quanto ha detto lui stesso... ma lui no, a questo punto non gli va
proprio di cedere... la vuole intercettare... se la vuole lì davanti... davanti
a lui, che incenerire la vuole... cioè, prima vuole che gli risponda, e poi si
vedono e ci pensa lui... o vuole almeno che si fa sentire, che le canta
l'antifona (stavolta l'espressione è mia... quello mi sa che non ha una gran
cultura religiosa). Insiste, lui. Lei prova a ammorbidirlo. Lo guarda anche,
ogni tanto, con un sguardo che se lui non fosse fissato su un altro punto... un
punto che chissà dov'è... chissà se c'è... dentro non credo... da qualche
parte, alla ricerca della fuggitiva... della scomparsa... accidenti alle
parole! se solo la degnasse di uno sguardo, dicevo, per quella che è... per
come e per cosa fa e è, qui e ora... qualcosa gli direbbe... almeno questo è quello
che sembra di capire a me... e invece no... lui non guarda e non desiste. Le fa
vedere lui! Non avrà pace fino a che... La distruggo, io! Roba così. Continua in
crescendo, lui... Rossiniano? No, come una torta a strati, direi... e non solo
in omaggio all'ambiente... anche se a strati di cosa, non saprei.
Io
comincio a essere un po' stufo di queste menate. Avrei da leggere un paio di
cose, e oltretutto non mi piace il modo in cui si esprimono, le parole che li
accomunano... il tono... sì, anche lei... e mi viene l'impulso di mettermi gli
auricolari e sentire un po' di musica a tutto volume, ma mi sembrerebbe di
essere offensivo, ammesso che i due, o anche uno solo, lei: dato che lui
naturalmente ascolta poco e guarda ancora meno, faccia caso al mio
comportamento. Sì, lei ogni tanto sbircia dalla mia parte, non perché le
interessi io (a chi vuoi che possa interessare io? Io non è oggetto di
interesse...) ma come a vedere se mi sfugge qualche reazione, che so? un'avvisaglia
di smorfia, uno sbuffo leggerissimo, quasi un'ultima, stremata esalazione... Mi
lancia qualche velocissima occhiata, o una sua parente stretta... una sorella
di secondo letto, una cugina di primo grado, o una gemella di grado zero... solo
per non guardare sempre fisso lui, perché non vuole fargli capire che forse, in
fondo, ma neanche tanto in fondo se solo prestasse un po' di attenzione... se
non fosse quel coglione che ormai sono certo che è... che a lei lui piace...
che quell'altra cosa vuoi che conti? lui stesso l'ha fatta aspettare giorni e giorni per il puro gusto di farla
penare, e quindi... ma non che le piace poi troppo, cioè così tanto da finire
poi in sua balia... che insomma non sarà innamorata persa ma un esperimento lo
tenterebbe volentieri... che forse un po' riuscirebbe persino a cambiarlo...
sono idee che circolano tra gli innamorati, queste... lo cambierebbe, ma non
troppo.. perché altrimenti rischierebbe di non piacergli più, o di meno... e
comunque potrebbe anche darsi che dopo un po', o magari anche subito, lei pure
finirebbe per non rispondere alle sue chiamate... ai suoi sms... anche per
evitare di sentirsi investita da quella sua ferocia... dalla presunta ironia,
che forse, ma non sta a me giudicare... o sì? perché no? sì... (ogni volta che
scrivo sì mi sembra di star citando... sarò scemo!) che forse... è dell'ironia
che sto parlando, la sua, la sua ironia... la sua presunta ironia, che forse non
è altro, invece, che cattiveria, nuda e cruda, malignità alla stato puro, stronzaggine,
di uno che a rifiutare deve essere lui, se proprio, e nessun altro... anche se
sì, sì potrei pensare, in appoggio alla ragazza... non che lei sia più
sopportabile... è al limite... ma è una ragazza, e magari si aspetta che io,
che ho dovuto ascoltare per tutta la durata del mio breve spuntino, potrei
intervenire, certo a suo favore... lo vede anche lei che sto dalla parte delle
donne... anche se loro non mi ci vogliono, dalla loro parte... avranno le loro
ragioni, come no? ... beh, le piccole ferite del narcisismo, potrei dire... di
solito, pare, potrei continuare, ma io non lo credo... no che non lo credo...
pare, ma è dubbio, molto dubbio... e direi anzi sbagliatissimo... un
pregiudizio dei peggiori... ma qui si può usare strategicamente, non come
assunto di verità... e allora pare, potrei azzardare, che l'attaccamento che
prolunga... in cui si rapprende... si raggruma... ma raggruma è brutto... in
cui si rafforza e si consolida piuttosto, meglio... la gratitudine
postcoitale... o in vista di un parto, certo ancora lontano, ma comunque sempre
possibile, lì, dietro l'angolo... del piccolo da accudire... residui
ancestrali, ovvio, se poi sono davvero tali... beh questo attaccamento... la
dipendenza, emotiva e fisica... fisica? ma dai!... però anche fisica, forse...
per un po'... l'affetto... di solito,
pare, e sottolineo per l'ennesima volta pare, sia più tipico delle femmine,
mentre il maschio... beh, si sa, il maschio... si vede che stavolta lei non
aveva molto di che essere grata... questo avrei potuto dire... ma accidenti,
mica sono fatti miei... e allora, invece di rispondere, ma senza mettermi gli
auricolari, ho cercato di concentrarmi sul foglio di giornale che avevo
davanti, sulle due recensioni che dovevo leggere... due stroncature, tra
parentesi.