Le citazioni e i riferimenti
impliciti, le allusioni o i calchi, possono ormai riguardare una materia così
sterminata di opere, generi, merci e media, che di fatto qualsiasi scelta
diventa nella stesso tempo una scelta settoriale, di campo e di lettori quindi
e, per ciò stesso, sempre elitaria. Anche quando oggetti opere e media da cui
si attinge sono i più diffusi, come televisione o cinema, non è affatto detto
che il lettore condivida la semiosfera di riferimento (micro o macro che essa
sia) necessaria per intendere al meglio e sappia riconoscere e gustare non si
dice le sfumature, ma spesso nemmeno i riferimenti più espliciti e, agli occhi
dell’autore, più ovvi. A maggior ragione se c’è qualche distanza spaziale e,
più ancora, temporale. La maggiore evidenza
e riconoscibilità di oggetti, personaggi e riferimenti dipendono allora
dall’immaginario imperialista (dominante) del luogo e del periodo (Hollywood,
Bollywood, Lagos o Beijing ecc., a
seconda dei continenti e dei flussi migratori), che tende a perdersi o a
sfumare, se non sufficientemente esplicitato nel testo, con conseguente
sovraccarico di spiegazioni o impoverimento linguistico e formale per chi già
sa. E allora tanto vale evitarli o usarli in modo criptico (tanto non si può
evitarlo, per una fetta di potenziali lettori almeno), cioè gestirli con
disinvoltura e senza niente che chiarifichi, a meno che questo non faccia parte
del gioco formale e tonale, e cioè non contribuisca, in altro modo, alla
ricchezza e alla complicazione. O tanto vale non usarli affatto, se non per
effetti specifici, come dare consistenza a un ambiente sociale o fisico o
storico-geografico, o una sua parvenza, o come gesto d’intesa per qualche amico
o lettore (un gesto a perdere, puramente gratuito, di affetto che si consuma
nell’essere espresso) ecc.
Oppure usarli senza curarsi
della comprensibilità e del pubblico, implicito o esplicitamente individuato e
blandito. Certo, con gli strumenti ipertestuali e i nuovi media sempre a
disposizione e di facilissima consultazione, il lettore potrà accedere a tutti
i riferimenti e contenuti e informazioni che desidererà esplicitare, ma che
palle! Praticamente tutto andrebbe linkato, almeno per risparmiare ricerche
troppo dispendiose di tempo e soprattutto di attenzione; e si potrebbero anche
prevedere modalità di presentazione e fruizione diverse , anche nei livelli,
attivabili ad libitum.
Di fatto però il pubblico
sarebbe sempre circoscritto e, al limite, elitario, affiliato a una consorteria
esoterica momentanea. Pertanto, una volta
salvaguardato un minimo di autonomia della lettura (la coerenza interna del
testo, qualsiasi essa sia), propongo di fregarsene.
Foto:
1. Simone vuole vedere cosa c'è sotto.
2. Io voglio vedere cosa c'è sopra
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