a Manuela
A
mia mamma si è rotta la dentiera. Così, in questi giorni, mentre gliela
riparano, se ne va in giro con la bocca dimezzata, le labbra ripiegate sulle
gengive vuote. Lo fa senza problemi, come se si trattasse di un piccolo
fastidio momentaneo che non può scalfire il suo inossidabile buonumore
abituale, la fondamentale serenità che ha caratterizzato, o che ha saputo
mostrare agli altri in tutta la sua vita, anche nei momenti più difficili. Per
me invece guardarla è una pena, vedermi rivelata senza possibilità di equivoco
la sua vecchiaia, constatare che le cose stanno proprio così, come ho sempre
rifiutato di accettare che siano perché mai mi riesce di vederle chiaramente, e
senza che io mi sforzi di farlo, perché proprio non le vedo. Mia mamma è
eterna. Non ha mai superato i quarant’anni, la sua energia non è mai venuta
meno e quando la vedo stanca è perché come sempre ha esagerato; il suo volto
non ha rughe, i capelli sono ancora quelli, neri, robusti, foltissimi, di
quando ero ragazzo; la sua salute non conosce cedimenti, i suoi occhi e i suoi
movimenti sono quelli di una giovane donna che non invecchierà mai perché così
è stato decretato e perché se lo merita. Perché non può essere che così.
Maledetta dentiera.
(E invece.)
(Invece è eterna lo stesso.)
(E invece.)
(Invece è eterna lo stesso.)
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