31/05/15

La dentiera (fine XX secolo)




a Manuela
A mia mamma si è rotta la dentiera. Così, in questi giorni, mentre gliela riparano, se ne va in giro con la bocca dimezzata, le labbra ripiegate sulle gengive vuote. Lo fa senza problemi, come se si trattasse di un piccolo fastidio momentaneo che non può scalfire il suo inossidabile buonumore abituale, la fondamentale serenità che ha caratterizzato, o che ha saputo mostrare agli altri in tutta la sua vita, anche nei momenti più difficili. Per me invece guardarla è una pena, vedermi rivelata senza possibilità di equivoco la sua vecchiaia, constatare che le cose stanno proprio così, come ho sempre rifiutato di accettare che siano perché mai mi riesce di vederle chiaramente, e senza che io mi sforzi di farlo, perché proprio non le vedo. Mia mamma è eterna. Non ha mai superato i quarant’anni, la sua energia non è mai venuta meno e quando la vedo stanca è perché come sempre ha esagerato; il suo volto non ha rughe, i capelli sono ancora quelli, neri, robusti, foltissimi, di quando ero ragazzo; la sua salute non conosce cedimenti, i suoi occhi e i suoi movimenti sono quelli di una giovane donna che non invecchierà mai perché così è stato decretato e perché se lo merita. Perché non può essere che così. Maledetta dentiera.

 (E invece.)
(Invece è eterna lo stesso.)


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