Ho intenzione
di propormi come agente alle anatre: così da una parte rimpinguo la mia magra
pensione e dall’altra metto un po’ di ordine nello spettacolo che offrono e
limito lo sfruttamento indiscriminato di cui sono oggetto ad opera praticamente
di chiunque. Per tacere delle prepotenze subite dai compagni del fiume, in
particolare dai cigni, che si accaparrerebbero tutto il cibo se solo la
corrente non disperdesse quello che non riescono a trangugiare con una tale
avidità che un giorno o l’altro sicuro che schiattano ingozzati.
Si potrebbe,
tanto per cominciare, regolare gli orari e i luoghi di apparizione (se
funziona, mi propongo anche alle Madonne
e agli altri esseri soprannaturali, che però, a quanto mi consta, amano
improvvisare); allestire coreografie più articolate e meno caotiche, pur
preservando l’impressione di naturalezza fondamentale in questo genere di
esibizioni; dividere i compiti valorizzando i talenti dei singoli e mascherando
le deficienze di chi ne è sprovvisto ma non per questo va discriminato, perché
la sua semplice presenza è già un dono inestimabile: per esempio quelli vocali,
con canti e controcanti, cori gregoriani, o alpini (meglio), incluso tutto il
repertorio di richiami, minacce e scambi di informazioni, ovviamente con libertà
di improvvisazione di modulazioni, danze, svolazzi e sprint improvvisi, a pelo
d’acqua, fulminei, in momenti e spazi specifici, pianificati questi, ma con
saggezza, in modo elastico, in particolare per i piccoli, dalla creatività
sconfinata.
La prima volta
che le trovo in silenzio, glielo accenno.
(Ci devono
pensare, mi hanno risposto. Anche loro!)
molto bello, thanks a lot
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