Una mia amica è
entrata in analisi per imparare a soffrire: a provare dolore, sentirlo, invece
che limitarsi a esserlo. (Farlo passare da soggetto a complemento oggetto,
penso mentre me lo dice.)
Per imparare a
esporsi all’emozione, a quella forte però, quella intensa, irresistibile, lei
che si è costruita sulla resistenza (sulla difesa a oltranza, assoluta, contro
tutto). A lasciarsi pervadere, e persino travolgere, dal sentimento. Per
provare cosa vuol dire esserne sopraffatta.
Dice che vuole
riuscire a innamorarsi; che vuole diventarne capace, costi quel che costi, ogni
volta che capiterà, con chiunque, senza preclusioni. E ti credo! Mettere delle
condizioni è già rifiutarsi. Negarlo. Cita col suo sorriso gentile, un po’
malinconico, il signor Perugina: intanto ho già imparato a amare l’amore. Gli
sta già andando incontro: già lo prova.
Una volta che
proverà anche la sofferenza, sarà fatta! Catturata per sempre. E felice, con
tutte le possibili infelicità. Glielo auguro.
(E così magari
la vedrò anche ridere. Ma ridere davvero: a cuore aperto.)
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