La terza cartolina viene dalla Thailandia e non possono
avermela inviata che Marco e Lori. Ci sono andati nelle vacanze di Natale del
1989, prima che Marco assumesse il nuovo incarico. Incorniciata in primo piano
da rami di alberi che non conosco, l’immagine è occupata per due terzi da un
mare color lapislazzulo che lambisce una spiaggia dalla sabbia rosata che si
incurva dolcemente (anche questa: dev’essere una caratteristica delle spiagge
da cartolina). Nell’acqua ci sono una decina di imbarcazioni lunghe e sottili e
cinque nuotatori: due coppie ben distanziate tra loro e una testa che affiora
solitaria. Di acqua ce n’è in abbondanza per tutti. È calma e trasparente,
tanto bassa che sarebbe impossibile annegarci anche volendo. Peccato. Se i
componenti delle due coppie stanno vicini è perché lo desiderano. Forse sono in
luna di miele, o sposati da pochi anni come Marco e Lori, se non amanti che
magari si sono conosciuti durante il viaggio: quelli sposati da tanto di solito
non nuotano così affiancati, a meno che non si tratti di coppie anziane e già
consolidate (ma in questo caso che ci fanno in Thailandia?). Una figurina sta in
piedi sul bagnasciuga vicino al margine destro e un’altra è seduta poco più in
alto. Per il resto la spiaggia è deserta, a meno che qualcuno non sia al riparo
dei pochi ombrelloni piantati ai margini della sabbia, ai bordi della
foltissima vegetazione che incombe su di essa. Con una vegetazione del genere
perché diavolo avranno messo gli ombrelloni proprio lì? Non era meglio disporli
sulla spiaggia o vicino all’acqua? L’ombra della foresta è meno buona? O è
perché dagli alberi cadono foglie o insetti? Non ho esperienza di questi posti.
Non mi attirano, solo a guardarli mi annoio. Comunque sia, gli ombrelloni
macchiano di un inopportuno tocco di civilizzazione un quadretto che per il
resto potrebbe essere edenico. I nuotatori potrebbero benissimo essere degli
indigeni, ma gli ombrelloni indicano che sono turisti. I bungalow sono
invisibili, ma sempre gli ombrelloni suggeriscono che sono nascosti a pochi
metri (i turisti non sono propensi a camminare nella foresta, sia pure in una
foresta domata, ripulita e ammaestrata), forse in alto a destra, dove delle
macchie di terreno soleggiato tra gli alberi segnalano una radura, o una
strada. Le barche a cosa servono? Sono per la pesca o per portare gli
appassionati subacquei al di là della presumibile barriera corallina? Sono
grandi in rapporto alle misure dei nuotatori, quindi o i turisti sono tanti, o
vicino c’è anche un villaggio di pescatori. Alcuni di loro a quest’ora saranno
morti (morti in paradiso), il villaggio turistico probabilmente passato di
moda, sceso di categoria, degradato, se non addirittura scomparso. Speriamo.
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