16/06/25

Storia non raccontate

 


Sono decenni, praticamente dall’adolescenza, che non racconta niente a nessuno (tranne questa che ora racconta a me, chissà perché), e anni e anni che nessuno racconta niente a lui. Cioè parla, lui, e parlano gli altri, qualche volta, ma in pratica raccontare, dire davvero qualcosa, e sentirne, non si ricorda l’ultima volta che gli è capitato. Persino con il suo migliore amico, l’ultimo, morto anni fa, era tutto un parlare indiretto, un raccontare altro, per cenni, un continuo cazzeggiare. Diffusamente non ci riuscivano. Per esempio, l’amico, certe cose della sua infanzia, importanti, mica scemenze, gliele ha raccontate dopo vent’anni che si conoscevano. Ah, questo non lo sapevo!, gli ha detto lui. E l’amico: davvero? Credevo di avertelo raccontato più di una volta. No. Probabilmente nella sua testa gliel’aveva raccontato, ma a voce, di persona, no. Si capisce che una volta raccontato nella testa, gli bastava. Era come se l’avesse fatto davvero. Anche a lui capitava così. Ma questi dialoghi di cose non dette, queste storie mai raccontate, non si sa perché, cementavano la loro amicizia. Finché non c’è stato più occasione di raccontare niente, e entrambi vivono, ciascuno a modo suo, in un mare di storie azzerate.

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