31/07/24

Selfervice di Firenze (fds antico)

 


 

Entro nel selfservice accanto alla stazione di Firenze. È presto, è quasi vuoto. Prendo il mio piatto, pago e mi scelgo un posto: un tavolo in fondo, con la panca accostata al muro a cui poter appoggiare la schiena. Mentre mangio, guardo la sala: tre giapponesi, una vecchia coppia con l’uomo seduto nella mia stessa direzione e la donna di fronte, sette uomini soli compreso il sottoscritto. In sei guardiamo verso il banco e l’ingresso, disposti su file diverse e in modo che almeno un tavolo, ove possibile, separi l’uno dall’altro. Il settimo è alla mia destra, sulla stessa fila di fondo, ma rivolto in senso opposto: un vecchio di oltre ottant’anni, dalla testa ondeggiante coperta da capelli bianchi corti e radi e la pelle molto pallida cosparsa di macchie rosa, che si porta con mano tremante una forchetta che regge maccheroni in precario equilibrio verso la bocca pure tremante e che, quando prende una sosta, davanti, da guardare, ha solo il muro. (ha scelto di avere solo il muro.)

 

Disegno di Ottone Rosai

 

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