05/10/18

Catastrofe (è una divagazione; niente cronache o disgrazie o scandali, a scanso di equivoci) (appunti per niente 3)



In tutti i discorsi che sento in giro, anche casualmente, come stamattina durante la mia passeggiata, c’è il sentimento, forte e esplicitamente dichiarato, dell’imminenza della catastrofe. La certezza, anzi, ma senza che nessuno faccia, e nemmeno dica qualcosa per opporvisi e cercare di impedirla, trattandola piuttosto come mero argomento di discorso, un modo per intendersi senza tema di equivoci, un argomento privilegiato su cui scambiare parole condivise e poi salutarsi con un sorriso, e niente più. Anzi: riconoscendo i responsabili, coloro che ci condurranno trionfanti oltre l’orlo del baratro, e però non sottraendogli il proprio consenso e appoggio, quando non addirittura magnificandoli per le stesse cose che vengono riconosciute come foriere sicure della catastrofe. Come se non solo le riconoscessero il prestigio dell’ineluttabilità, ma volessero essi stessi affrettarla, e l’unico modo per scongiurarla fosse precipitarvisi e soccombervi.

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