21/04/20

Tre-quattro milioni di morti cosa vuoi che siano?



Per essere una persona mite e gentile, mi dico, a volte mi prende una rabbia che farei saltare all’aria l’universo. Vedo un uomo politico, un ministro, o una delle figure del corteggio, tutte mezze calzette comunque, gentucola che conta come il due di picche, o forse queste no, o un magnate della finanza o tipi della stessa risma, e “quello lo sgozzerei volentieri”, mi dico, e a seconda del suo ruolo magari fingerei di aiutarlo a impedire che il sangue scorra, che tanto sarebbe impossibile fermarlo, ma così lui ci metterebbe un po’ di più a crepare, magari gli verrebbe in soccorso la consapevolezza della sua nullità a negare anche una briciola di senso a quanto gli sta accadendo. E poi penso che mi piacerebbe,  perché uno o qualche decina qua e là non significherebbero niente, che ogni anno venissero eliminate a caso, con un bel sorteggio democratico, anche 10.000 tra le famiglie più potenti del mondo, oppure 5.000 famiglie e 5.000 consigli di amministrazione, ma tutti, al completo, inclusi figli e mogli e parenti prossimi, cosiddetti innocenti, se ne hanno, perché si sa che questa gente è così occupata che non ha tempo di farsi una famiglia o dei figli, che tanto quanti morti innocenti hanno fatto e continuano a fare e continueranno a fare loro e i loro consimili?, infinitamente di più, che se poi facciamo due conti della massaia, alla fin fine quanti saranno ogni anno?, centomila al massimo, più o meno, e se la cosa durasse, come è auspicabile per una o due generazioni, tipo 20-30-40’anni, a quanto ammonterebbe il totale?, a pochi milioni di morti, distribuiti per tutto questo lasso di tempo e sulla superficie di tutto il globo, una cifra irrilevante, pian piano la classe dirigente e proprietaria certo in buona parte si riformerebbe, un rimpiazzo si trova subito anche lì, a dispetto delle presunte competenze necessarie, ma una gestione oculata delle decimazioni non lascerebbe indenne, almeno in percentuale, nemmeno i nuovi arrivati, senza gravi conseguenze, in fin dei conti siamo quasi 8 miliardi di primati umani, i morti sarebbero una percentuale risibile, poi non si sa cosa accadrebbe, sarebbe interessante stare a vedere però. Certo ci sarebbe da studiare metodi e come reclutare e aggregare volontari e distribuire i compiti, ma tenendo conto che presto, se si formassero dei vertici, anche questi rientrerebbero nel novero dei bersagli, ovvio, se no la cosa perderebbe di senso, sarebbe volgare vendetta o risentimento, giustizia da bar, per quanto un po’ di giustizia da bar e da risentimento sarebbe sempre meglio dell’assenza di giustizia, la volgarità chi la decide?, e quindi è altrettanto ovvio che tra i primi a essere colpiti dovrebbero essere anche i capi di cartelli mafiosi e i loro scagnozzi più prossimi, la manovalanza per il momento la si potrebbe trascurare, è gente che non sa usare la testa, ammesso che ce l’abbia, dico mafiosi e trafficanti e includo anche quelli di armi e del cibo e dei famaci e compagnia bella, che come si può notare c’è da lavorare per generazioni, e insomma ci sarebbero dei grossi problemi di organizzazione, ma questo non dovrebbe togliere spazio all’iniziativa privata, e anzi stimolarla, che se poi due si concentrano sugli stessi bersagli contemporaneamente e uno o entrambi ci lasciano le penne, non importa, fa parte del gioco, chiamiamolo così, è una componente del rischio, che gli dà un po’ di sapore aggiunto, di valore aggiunto, e rientra in un disegno di armonia superiore non progettato da nessuno, e che si autorealizza per conto proprio, non un’opera d’arte certo, niente estetismi del cazzo, una specie di equilibrio piuttosto, una forma di omeostasi in divenire, automatica, senza bisogno di una finalità superiore, esterna, e io stesso, per dire, potrei essere tra i primi, anche se mi dispiacerebbe non poter prestare una mia opera solida e efficiente su qualche centinaio o migliaio di obiettivi, per qualche mesetto o annetto, ma sia quel che sia, lasciamo ampio spazio al caso, come capita capita, cogliendo ogni occasione propizia, un incontro occasionale, privato o pubblico, un incrocio per strada, da qualche parte, che so, adesso mica ho voglia di diffondermi nei dettagli, sto ancora pensando alle prime gole che taglierei, ai primi organi che potrei spezzare o maciullare, ai fantocci che potrei investire per strada o anche sui marciapiedi o davanti alle boutiques, scacciando dalla testa la sfilza di nomi che si affolla quasi a pretendere, anche in questo, il privilegio di essere i primi, gli eminenti, che aspettino il loro turno, si godano l’attesa e nel frattempo vadano a fare in culo tutti, che adesso basta, sono davvero stanco, mi è venuto sonno.