30/09/18

La provvidenza dove uno meno se lo aspetta. (Io lo sospettavo però).





Uno ha l’umore di traverso, tra lo stordito e l’abbattuto, perso da qualche parte su questo sentiero oggi affollatissimo, o con entrambe le magagne, nella pienezza al contempo dello stordimento e dell’abbattimento, e non ha voglia di fare nient’altro se non abbandonarsi alla sua virtù discenditiva, e meno di tutto leggere, e però, come ultima consuetudinaria forma di resistenza,  legge lo stesso, e va avanti per qualche pagina senza capirci un’acca, cioè ancora meno del solito, risicato, miserello, ma poi, per puro caso, si imbatte in una frase di Gadda capitata su una pagina imprevista, e tutto cambia, il peso sparisce, si vaporizza e sparisce, una lucina si accende e lui, sorpreso, ride. E si accorge, a ritroso, che qualcosina capito senza saperlo l’aveva. E “la c’è la provvidenza”, si dice, “lo vedi?”. Sì, sì, la c’è… Nella lingua.

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