01/04/15

Come un angelo svizzerotedesco in mezzo alla pianura (6 gennaio 2012, un antipasto dell'apocalisse)



Stamattina la pianura padana si è ristretta, accerchiata da un orizzonte all'improvviso fattosi più prossimo, come a strozzarla. Gli Appennini erano avanzati fino a incombere sulla campagna tra Cassano e Treviglio, le creste appena sopra gli alberi spogli e le cascine, mentre a Nord il favonio aveva addensato le nubi in fondo, davanti alle cime più alte delle Alpi, lasciando però scoperte le prime cortine, che a causa di questo isolamento avevano assunto figure ignote, tanto che sulle prime, guardando verso Lecco, avevo pensato che una parte fosse sprofondata, facendo innalzare al suo posto, ai margini, due picchi piramidali, simili a Cervini in miniatura, o come canini di un vampiro a lato di una chiostra modesta, quasi del tutto limata e ciononostante minacciosa, mentre io stavo in mezzo, sballottato dal vento come un angelo svizzerotedesco, i piedi puntati a terra, ma sempre sul punto di essere masticato da una parte, o trascinato, dall'altra, via!, verso la barriera del Sud.


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