06/11/21

Sul mio interessantissimo rapporto con il tu e il lei


 

Uno dei segni più certi che la mia età avanza (leggi: che sto invecchiando) è che una volta davo del lei a quasi tutti: estranei, ovviamente, e chiunque avesse anche solo un giorno più di me; dare del tu a questi ultimi mi ripugnava quasi, come una cosa contronatura (pensavo ce ne fossero allora... qualcuna anche adesso per la verità) e quindi evitavo di farlo. Era per rispetto, più che per distanza. Anche perché la distanza, se può segnare tutte le sfumature della differenza, e della diffidenza, è essa pure una forma di rispetto.

Ora con gli estranei parto ancora con il lei, anche quando tutti attorno usano il tu, ma presto o tardi mi adatto a passare alla seconda persona, sempre con qualche resistenza, come se in questa presunta confidenza qualcosa si incrinasse. Il tu lo do abbastanza spontaneamente alle persone molto più giovani, che ormai sono tante (ecco il marchio della vecchiaia), ma anche qui, prima che mi diventino familiari, se mai lo diventeranno, sempre con un sottile disagio, che mi sforzo di vincere perché sono certo che, se usassi il lei, sarebbero loro a restarci male, dato che usano il tu
in modo così apparentemente spontaneo: anche con i più anziani, come me, che invece lo accolgo con quella sfumatura di disagio che dovrebbero provare loro.

 

E qui non dovrebbe mancare un sorriso di imbarazzo.  😊 Eccolo

 

 

ps. La foto di Léaud bambino c'entra poco, l'ho messa solo perché mi piace

Nessun commento:

Posta un commento