18/12/14

Signore con giaccone di pelle nera e cappello militare



C'è questo signore sui cinquant'anni, a volte accompagnato da una donna minuta dall'aria smarrita vestita in modo dimesso, se non sciatto, di statura medio-bassa (l'uomo), molto robusto, obeso anzi, con un viso rotondo e il ventre dilatato che preme contro il giaccone di pelle nera che indossa sempre, estate e inverno, e un grosso mazzo di chiavi che pende da una catena agganciata al cinturone, un cappello dalla tesa rigida, di tipo militare, simile a quelli che piacciono tanto ai bikers o ai gay-fetish, o più modestamente agli agenti della Polnotte, ma che poi, a ben guardare, richiama o forse addirittura è uguale a quelli della Wehrmacht, o delle SS, o di qualche altro corpo nazista, almeno dallo stemma riconoscibile però solo dagli intenditori, non da me, mentre invece sono espliciti quelli cuciti sul giaccone, accompagnati da croci e spille di gruppi di estrema destra, o proprio nazisti... insomma un uomo giusto così, come tanti, a vederlo, comunissimo, elementare nel suo comportamento come nei pochi discorsi che gli ho sentito fare passandogli vicino, solo a volte un po' sovratono, nel contenuto più che nel volume... uno che ha trovato questo modo per dire che c'è, che è lui, e vi si è trovato bene, per distinguersi nel suo piccolo grigio paese, come lui invece non vuole essere, forse, anche se oltre magari non è mai andato né mai andrà, come i suoi compaesani, tutti o quasi, ma che non per questo mi suscita qualche sentimento, di compassione per esempio, o di tenerezza: meglio, o che sento, in qualche modo, simile, sodale, come pure vorrei, ma poi no, non ce la faccio, proprio non ce la faccio.

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