09/04/18

La biblioteca sul treno



Mi piacerebbe che ci fosse una biblioteca mobile.
L'ideale, per me, sarebbe su un treno, tipo Orient Express, con tavolini e lampade come alla vecchia Bibliothèque Nationale. Dovrebbe fare ogni giorno un percorso a caso, a volte uguale o simile, altre diverso, e girare 24 ore su 24 passando da casa o nelle vicinanze tre o quattro di volte per poter salire o scendere alla bisogna. Se fossero più d'uno, con territori diversi, ma imprevedibili, non programmabili, meglio ancora. Ci dovrebbero essere varie fermate, nel caso volessi scendere e fare due o quattro o diecimila passi, e per imbarcare altri viaggiatori, non necessariamente lettori accaniti o studiosi, per variare anche il paesaggio interno dei vagoni e stimolare lo sguardo e la fantasia quando gli occhi si alzano dalla pagina. Visioni istantanee, o contaminazioni con ciò che la lettura sta suscitando. Allora credo che la mia testa funzionerebbe meglio e io, cullato dal movimento e dal ronzio del treno, sarei più tranquillo. Non dico soddisfatto, ma di sicuro meno agitato e insoddisfatto.
Credo.
Nell'attesa prendo il treno ogni volta che posso. Alzo gli occhi, guardo fuori, l'umidità vela il finestrino, fuori piove e sto bene. Cioè, abbastanza. Riprendo il libro, mordicchio la matita, sottolineo una frase e prendo un appunto. 
Non questo.



Non questo.

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