20/04/23

Cinico


So che gli uomini sono come sono, dice, eppure continuo a non accettarlo: non li giudico per come sono ma li considero per come potrebbero essere. La constatazione della verità di fatto non si traduce, — e non me ne compiaccio pur con tutti i problemi che ne derivano —, nella premessa maggiore di un sillogismo, o di un teorema, la cui logica conclusione sarebbe un adeguato comportamento anche da parte mia, cioè un adeguamento alla realtà (la rassegnazione insomma), con tutti i suoi corollari compensatori, dei quali il principale sarebbe il pragmatismo, con tutto il miserevole (miserabile) cinismo che ne deriva. A volte, a parole, confessa, anch’io adotto l’atteggiamento del cinico, addirittura esasperandolo, — ma già la sua esasperazione è una forma di non-accettazione, perché portandolo alle estreme conseguenze se ne evidenziano le implicazioni paradossali —, ma in pratica non lo so adottare, nella duplice accezione di non essere in grado di farlo (capacità, forza) e di non volerlo fare. Considero questa debolezza la mia forza, conclude, quel poco di forza che ho.

 


 Le immagini sono di Enzo Fabbrucci

Nessun commento:

Posta un commento