15/01/14

Mia mamma in corridoio




Sono nella vecchia casa di famiglia, ora scomparsa, ma la mia età è quella di adesso. Sono in tinello, seduto al tavolo, tranquillo. Non vedendo arrivare mia mamma, che di solito è lì o nel salottino accanto, mi alzo per cercarla. La trovo nel lungo corridoio della zona notte, nella fitta penombra di sempre, appoggiata all’armadio a muro davanti alla camera dei miei fratelli, con attorno stracci, secchio e scopa, scaletta con i gradini a rientro e tutto l’armamentario delle pulizie, che però sono compito della donna a ore che viene ogni mattina. È più piccola di quanto dovrebbe, ha i capelli corti, a caschetto, come non li ha mai portati, e ha sui cinquant’anni, o poco più. Quasi non la riconosco, ma è lei. Si appoggia all’armadio con tutto il suo peso, le gambe un po’ in avanti, la testa appena alzata verso il soffitto buio, e piange. Mi avvicino, la abbraccio, così minuta, e le dico: “Anche tu?”


3 commenti:

  1. Anonimo12/2/14

    No comment.
    Ma ti ha fatto piacere -nel sogno- rivederla?
    E adesso, mentre ne scrivi,cosa provi?
    lo sai che amo i sogni. Anche Marco è in un periodo che sogna i genitori.Nell'ultimo, chiedeva a sua madre dov'era suo padre. E lei: è morto.
    So che di questa comunicazione a te del suo sogno non lo considera un abuso della privacy.
    ciao,Luigi,un abbracciolux

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  2. non so, Lucetta.
    Il sogno è di qualche tempo fa e l'ho scritto quasi subito. Mi ha fatto una grande tenerezza vederla così. Tutto posso immaginare di mia mamma tranne che fosse, o sia, triste, e men che meno disperata. Ma abbracciarla, proteggerla quasi, e consolarla un po', è stato un momento anche di intensa dolcezza

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  3. I sogni degli altri sturano i propri, che escono come il Genio dalla bottiglia. Sogniamo per poter continuare a dormire quando una realtà è troppo amara per essere accettata. Ricordarli da svegli però significa sempre in qualche modo tornare al dolore. Tu piangi su te stesso, come sempre del resto tutti.
    Conoscevo il tuo raccontino e naturalmente ricevo l’annuncio della sua nuova uscita sul blog: è bastato questo per sognare mio figlio che non vedo da più di sei anni, era tornato.

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