21/03/16

Una cartolina dalla Thailandia



La terza cartolina viene dalla Thailandia e non possono avermela inviata che Marco e Lori. Ci sono andati nelle vacanze di Natale del 1989, prima che Marco assumesse il nuovo incarico. Incorniciata in primo piano da rami di alberi che non conosco, l’immagine è occupata per due terzi da un mare color lapislazzulo che lambisce una spiaggia dalla sabbia rosata che si incurva dolcemente (anche questa: dev’essere una caratteristica delle spiagge da cartolina). Nell’acqua ci sono una decina di imbarcazioni lunghe e sottili e cinque nuotatori: due coppie ben distanziate tra loro e una testa che affiora solitaria. Di acqua ce n’è in abbondanza per tutti. È calma e trasparente, tanto bassa che sarebbe impossibile annegarci anche volendo. Peccato. Se i componenti delle due coppie stanno vicini è perché lo desiderano. Forse sono in luna di miele, o sposati da pochi anni come Marco e Lori, se non amanti che magari si sono conosciuti durante il viaggio: quelli sposati da tanto di solito non nuotano così affiancati, a meno che non si tratti di coppie anziane e già consolidate (ma in questo caso che ci fanno in Thailandia?). Una figurina sta in piedi sul bagnasciuga vicino al margine destro e un’altra è seduta poco più in alto. Per il resto la spiaggia è deserta, a meno che qualcuno non sia al riparo dei pochi ombrelloni piantati ai margini della sabbia, ai bordi della foltissima vegetazione che incombe su di essa. Con una vegetazione del genere perché diavolo avranno messo gli ombrelloni proprio lì? Non era meglio disporli sulla spiaggia o vicino all’acqua? L’ombra della foresta è meno buona? O è perché dagli alberi cadono foglie o insetti? Non ho esperienza di questi posti. Non mi attirano, solo a guardarli mi annoio. Comunque sia, gli ombrelloni macchiano di un inopportuno tocco di civilizzazione un quadretto che per il resto potrebbe essere edenico. I nuotatori potrebbero benissimo essere degli indigeni, ma gli ombrelloni indicano che sono turisti. I bungalow sono invisibili, ma sempre gli ombrelloni suggeriscono che sono nascosti a pochi metri (i turisti non sono propensi a camminare nella foresta, sia pure in una foresta domata, ripulita e ammaestrata), forse in alto a destra, dove delle macchie di terreno soleggiato tra gli alberi segnalano una radura, o una strada. Le barche a cosa servono? Sono per la pesca o per portare gli appassionati subacquei al di là della presumibile barriera corallina? Sono grandi in rapporto alle misure dei nuotatori, quindi o i turisti sono tanti, o vicino c’è anche un villaggio di pescatori. Alcuni di loro a quest’ora saranno morti (morti in paradiso), il villaggio turistico probabilmente passato di moda, sceso di categoria, degradato, se non addirittura scomparso. Speriamo.

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