08/11/19

Teti - Achilleide (appunti 4)



Achille era il settimo figlio di Peleo. Gli altri 6 erano stati tutti uccisi da Teti, che a quanto pare gli avrebbe riservato la stessa sorte se il padre (Graves, 594-5) non lo avesse salvato togliendo dalle fiamme illeso, a parte una caviglia già bruciata e che verrà poi sostituita con una presa dallo scheletro del Gigante Damiso dal centauro Chirone, quando si accorse della mancanza. Damiso era stato il più veloce di quei bestioni terrificanti, e proprio per questo, una volta inserita la modifica, Achille è diventato velocissimo a sua volta. La federazione di formula 1 non aveva ancora elaborato i suoi cervellotici regolamenti. E in ogni caso il trucco era invisibile. Alcuni dicono che Teti non voleva ammazzare il settimo figlioletto (forse è una regola che il settimo giorno, o la settima volta, ci si riposi) bensì renderlo invulnerabile; ma sembra che si tratti di giustificazioni a posteriori. Una volta salvo, la mamma si è poi adattata ad amarlo.
Un’altra versione, la più nota, racconta che Teti lo abbia immerso nello Stige tenendolo per il tallone incriminato, non riuscendo appunto per questo ad assicurargli l’invulnerabilità e l’immortalità. In un modo o nell’altro, immortale non lo sarebbe diventato lo stesso. Gli dei non lo permettono ai mezzosangue. Ne sfornano a iosa, con le mortali, così come le dee con gli uomini, ma sono gelosi. Gli vogliono bene fino a un certo punto, sono anche capaci di piangerli per tot minuti o secoli (per loro è lo stesso: l’eternità rende tutti gli intervalli di tempo uguali: uguali a zero).
La seconda versione è quella che ha avuto più risonanza comunque. La madre amorevole faceva più botteghino di quella crudele e infanticida. Ora le cose sono un po' cambiate. Al botteghino, almeno. A casa la mamma è sempre la mamma.

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