Come al
solito, prende biro o matita per scrivere una frase, un'espressione, o solo un verbo o un aggettivo, e dopo 20 righe è ancora lì
a chiedersi perché non si ferma, cos’è questo impulso, questo bisogno quasi fisico,
una volta iniziato, di andare avanti come se non dovesse fermarsi mai, con le parole,
non si sa perché, che cominciano a mulinare nella testa a velocità sempre più
sostenuta, premendo le une sulle altre, mentre da ciascuna di esse si dipartono
nuovi percorsi, deviazioni, specificazioni, approfondimenti, dettagli, in una
germinazione che gli appare infinita, come la stanchezza che produce ogni
tentativo di seguirle, opprimente, tanto che a un certo punto, per porre un
freno, abbozzare un principio di ordine, si costringe a cercare di fissarle,
partendo dalla prima, o anche dall’ultima, ammesso che si possa distinguere,
enumerarle (perché così un ordine già ci sarebbe), perché una gerarchia non
c’è, se non nell’urgenza di porre un freno, uno qualsiasi, e qualsiasi parola
allora può andar bene, ma poi anche questa porta in qualche direzione che,
manco a dirlo, non era stata prevista, nonostante lui cerchi di non dimenticare
(ovvero: senza riuscire, senza poter dimenticare) tutto quello che prima pareva
importante, imprescindibile, che riprende (recupera) appena gli è possibile,
ricalcando forzatamente (scopre poi) le medesime procedure, con ritmi analoghi,
finché la frenesia, a causa della fatica stessa che ha scatenato, si rallenta e
lui può davvero provare a fare un po’ di ordine, di tirare i fili, qualcuno
almeno, pur sapendo che finestre sia apriranno di nuovo, che germogli
spunteranno, anche sa allora sarà più disposto a potare, a chiudere, tanto che,
bene o male, a un certo punto gli si prospetta, a meno che non sia una nuova
illusione, la possibilità di mettere un punto, fermo o provvisorio si vedrà
poi: di interrompere, se non proprio di finire. Per un po’, tuttavia, la deriva
continua, – aggiunge. Riprenderà, per
fasi più brevi, meno intense. Sì, sì, gli ricorda qualcosa…, ride, ma non
importa, lasciamo stare..., possibili paragoni o implicazioni sono troppo
facili, possiamo trascurarle. Non gli guastano certo la tranquillità raggiunta,
quel po’ di pace o di serenità che gli sembra di aver conquistato. Più tardi potrà
tornare su quanto avrà così fissato, e si dirà: tutto qui?
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