06/07/22

Gaffes


 

Leggere un libro sulle gaffes* di un altro non consola. Se possibile, anzi, le cose per il lettore esperto in materia peggiorano. Non c’è meccanismo identificativo con il goffo cretino. E il fatto di sapere di esserlo stato in mille occasioni, e che certamente lo si sarà di nuovo fino alla morte, cioè alla gaffe definitiva, non impedisce di guardare al cretino-gaffeur, mentre si comporta o parla da gaffeur, al massimo con commiserazione, ma mai con vera empatia. Tra noi, che ora vediamo o leggiamo, e lui si è alzato uno schermo che, per quanto trasparente, resta nondimeno impermeabile, inattraversabile. E se alcuni quanti di empatia magari riescono a passare dall’altra parte chissà che altro bersaglio riescono a raggiungere (sono così imprevedibili, e stupidi la loro parte), e il cretino continua a restare inattingibile. Come una divinità. Che forse egli stesso è. Perché anche sull’intelligenza degli dei è lecito nutrire dubbi. (Commettono tante fesserie essi pure dalla loro distanza incommensurabile che è impossibile compatirli. Si avvampa di vergogna, o di rabbia, e si preferisce volgersi dall’altra parte lasciandoli nel loro brodo, sperando che non diventi il nostro. Illudendosi: che come gaffe non ha eguali.)
 
… forse continua
 
 
* Il libro, che al memento ho letto per meno di un sesto (che sarebbe più o meno un settimo...  p. 24 per dirla tutta), ma mi ha stimolato varie fantasie e reminescenze autobiografiche ancor prima di iniziare a leggerlo, è Autobiografia della gaffe, di Mario Fortunato, Neri Pozza 2022: duemilaventidue)

Nessun commento:

Posta un commento