17/10/15

Diluvio a Mirabilandia



Il pullman si è fermato a Mirabilandia sotto il diluvio universale. Il piazzale è vuoto, nessuno è sceso e nessuno aspettava di salire, ma la sosta non accenna a finire. Il motore ronfa piano, le parole e i bisbigli sembrano esauriti, i cellulari non squillano, dalle cuffie e dagli auricolari non fuoriesce nemmeno un ronzio: si sente solo lo sventagliare della pioggia sulla lamiera e i vetri, in uno stato di sospensione indefinita. I macchinari delle attrazioni si intravvedono appena, oltre la fitta barriera di acqua e vapori, nell’aria scura. Di quella più vicina, le gigantesche montagne russe a monorotaia, incombono su di noi alcune volute scure, grovigli sospesi nel cielo come un’astrusa astronave annodata attorno a un nucleo invisibile, come un cappio cosmico, ganasce mastodontiche pronte a chiudersi attorno a teste e corpi ancora da inventare, eppure molto simili ai nostri, e a ghermirli. La pioggia sferza tutto senza remissione, il piazzale e la strada sono ormai allagati, nessuna auto passa, nessun faro si accende, i finestrini vibrano, dal soffitto filtrano, sempre più forte, acqua e vento, mentre la visibilità declina verso una notte prematura, un presagio di cecità totale, definitiva. Alcuni hanno preso a piangere.

Nessun commento:

Posta un commento