e c’era, in questa chiesa
così insignificante (da quelle parti... perché dalle mie sarebbe un’attrazione
turistica) che si poteva entrare gratis, in primo piano in una grande pala di
Jacopo del Sellaio, ai piedi di una Crocefissione affollata dai soliti famigliari
e da altri santi suoi colleghi, questo San Lorenzo dal bel corpo atletico, perfetto, attraente, mollemente adagiato sulla
graticola, di fianco, che si sostiene su un gomito, come un drudo in attesa
dell’amante su un letto, o in mostra per qualche estimatore o cliente sul bordo
di una piscina, che tiene nella destra la palma come se fosse una penna che sta
per intingere nel fuoco sottostante per scrivere una bella storia, forse
proprio la sua, mentre con la sinistra indica il vero martirio, quello
soprastante, che dà senso anche al suo, del quale, a giudicare dall’espressione
del suo volto, poco gli cale, con quel suo sguardo che in un primo tempo mi era
sembrato un po’ superficiale, vanesio, forse per influenza della postura, e a ben vedere è pensoso ma sereno, già
proiettato verso un altrove che tutti conoscono e al quale invece lui è
vicinissimo, sta quasi per raggiungerlo, se mai c'e.
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