02/01/21

Pietà

Il vecchio signore che per anni ho incrociato mentre pedalava lento, non so se assorto o dolente, o solo affaticato, e che una volta nella sala d’attesa del mio medico condotto (una stanzaccia di cui un robivecchi si vergognerebbe) e un’altra in ferramenta, solo qualche settimana fa, si è rivolto, a me direttamente come se mi conoscesse (a meno che io non abbia avuto un lieve episodio di paranoia), o più genericamente agli astanti, parlando in modo forbito, a volte alludendo e altre riferendosi direttamente a conoscenze non banali, non tutte almeno…, oggi l’ho visto avanzare curvo strascicando i piedi, appoggiandosi ingobbito al manubrio della bici per reggersi in equilibrio, lo sguardo a terra, senza nemmeno accennare ad alzarlo ogni tanto verso la salita che cominciava poco più in là, breve ma dura, e mi è venuto da pensare che forse allora non voleva esibire la propria cultura per farsi ammirare, come avevo frettolosamente, con la mia solita (quella sì) supponenza, ipotizzato, ma che probabilmente chiedesse, a modo suo, solo un po’ di attenzione, qualcuno che gli rispondesse e scambiasse qualche parola con lui, e ho provato pietà. Ma per me stesso.

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