20/10/22

Ricordi di copertura 32 - Il cedro di Renato

 

 

Che cedro meraviglioso! Ogni volta che lo vedo dall’altra riva della Martesana, posta più in basso, mi fermo a guardarlo con gioia intatta. Era già imponente quando venivo a giocare a tennis alla sua ombra, con Renato e Tecla, ai tempi del ginnasio, 55 anni fa!
Poi T. non l'ho più vista né sentita. So solo che ha sposato il fidanzatino di allora. Chissà se è durata, che frutti ha dato. Una coppietta innamorata un po’ più grande di me. Poco, ma abbastanza da creare un piccolo solco insormontabile. Erano molto seri, allora. O così apparivano a me. Saranno rimasti tali anche dopo? O si saranno ripresi, tardivamente, la quota di spensieratezza a cui avevano rinunciato nella giovinezza? Di Renato invece mi giungono ogni tanto voci leggendarie, come quelle da cui era circonfuso già alle medie, quando passava i weekend di punizione girando sui pattini da mattina a sera, per niente triste, sui campi da calcio o sotto i colonnati e lungo i corridoi e le camerate vuote del collegio, o le volte in cui si offriva volontario per l'interrogazione, al posto di un compagno impreparato che frignava di paura, tirando in lungo con risposte a caso e spiegazioni insensate fino alla campanella, quando tornava al posto con il suo bel due tutto contento.
Renato!


 

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