10/10/22

Tartarughe, cammelli e gechi

 


 

Vede frotte di ragazze passare una vicina all’altra, poi scostarsi, accostarsi, e poi di nuovo separarsi. Cascate di feromoni nebulizzate tra gli ombrelloni e per le vie. Sperma che galleggia nelle iridi. Corpi di ogni forma e misura, molti anche proporzionati, ben fatti, altri sgraziati, alcuni con tratti mostruosi, come la donna in bikini passata poco prima con metà del viso coperta da escrescenze protuberanze solchi e cicatrici a nascondere i lineamenti, ma tutti strabordanti di desiderio, in genere assopito o represso ma lì lì per esplodere, pullulante sottopelle inavvertito. E nessuno di essi lo riguarda, o gli importa. Lui osserva tutto senza emozione, soffermandosi in certi casi su questa o quella peculiarità come fossero tartarughe, cammelli o gechi. Ma nemmeno: come li guarderebbe un alieno, che vede bene tutto (o così crede) ma non capisce niente. Chissà come reagiscono i suoi occhi all’atmosfera terrestre, al sole accecante riverberato dalla sabbia. Chissà che colori vede, come gli si compongono le forme.

Nel caso si tratti di ragazzi, si chiede come sarebbe lui in mezzo a loro, o nei gruppi delle ragazze, cosa diavolo ci farebbe accanto a una qualsiasi di loro… Sembrano scemenze, ma non lo sono. Così si chiede e pensa. Pensa, e anche nei pensieri pensa da alieno. E come se essi fossero alieni a chi li pensa. E lo sono, pur essendo suoi. Pensieri suoi, che osserva sfilare nella sua mente, senza nemmeno che lo disgustino.

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